sport, corsa, benessere, nuoto

Impariamo a gestire lo stress!!

05 febbraio 2019


L’impatto che lo stress esercita nelle nostre vite è enorme. In un contesto sportivo, la presenza di stress e di esaurimento psicofisico può raggiungere livelli tali da pregiudicare la performance sportiva e, nei casi più gravi, perfino ostacolarla. Ad esempio, la pressione per una gara importante, la necessità di mantenere elevati livelli di performance o di migliorarli, di conseguire un certo risultato perché questo è ciò che gli altri si aspettano da noi, può determinare il manifestarsi di tutti i classici sintomi dello stress.Questi sintomi sono variabili e possono includere:- mal di testa;- dolori muscolo tensivi al collo o alla schiena;- stanchezza senza nessun motivo apparente;- difficoltà di recupero fra un allenamento ed un altro;- perdita di appetito;- disturbi gastrointestinali;- depressione;- perdita di interesse verso le attività o le persone;- estrema irritabilità;- ipereccitabilità muscolare con tremori o contrazioni notturne;- calo della libido;- ansia, esplosioni di rabbia, sensazione di essere sottopressione tutto il tempo; Naturalmente, gli studi dimostrano come un po' di stress sia essenziale per eseguire una buona performance. Ma quanto stress?L’effettiva quantità di stress richiesta per avere una situazione di peak performance è altamente individuale. Cosi come il livello oltre il quale si ha esaurimento psicofisico.E’ soggettivo: ci sono persone, tanto nello sport quanto nella vita quotidiana, in grado di resistere ad enormi situazioni stressanti, ed altre che invece vanno al tappeto al minimo segnale di stress o pressione. Nel suo libro Sports Slump Busting, A.S. Goldberg offre il seguente questionario per stabilire il grado di esaurimento:Rispondete vero o falso alle seguenti affermazioni:- Sono stanco per tutto il tempo;- non mi piace esercitarmi più come una volta;- Quando mi alleno, desidero frequentemente essere da un’altra parte;- temo la competizione;- E’ passato molto tempo dall’ultima volta in cui mi sono davvero divertito nel competere;- Mi chiedo continuamente per quale motivo continuo a rimanere nello sport;- Trovo difficile rimanere concentrato sui miei obiettivi;- Sembra che io mi infortuni più di quanto non sia mai successo;- I miei infortuni sembrano non risolversi mai;- Il mio atteggiamento sembra essere peggiorato negli ultimi mesi;- Mi rincresce dover sacrificare una parte così grande del mio tempo per lo sport;- Non riesco a gestire il disagio del duro allenamento come ho fatto l’anno scorso;- Talvolta mi lascia indifferente anche il fatto che non importi niente;- ho un atteggiamento più negativo del solito, riguardo all’allenamento e a me stesso;- Ho problemi a concentrarmi sull’allenamento;- Ultimamente mi mortifico molto;- Il mio allenatore mi irrita per davvero; - Trovo più che mai delle difficoltà ad andre d’accordo con i miei compagni di squadra;- Sento di rimanere nello sport solo a causa della pressione che gli altri esercitano su di me;- Non sembro essere capace come una volta di riprendermi dalle sconfitte;Assegnatevi un punto per ogni volta che avete risposto VERO e poi tirate la somma: se avete ottenuto da uno a tre punti su 20 allora probabilmente non avete alcun bisogno di preoccuparvi. Punteggi fra il 4 ed il 7 indicano un iniziale stress e forse sarebbe opportuno iniziare a pensare ad un periodo di pausa. Punteggi fra l’8 ed il 14 indicano uno stress importante ed oltre i 15 un esaurimento psicofisico tale da richiedere un colloquio con il vostro allenatore a tu per tu per analizzare il problema e trovare la soluzione.Sottovalutare una situazione di stress potrebbe evolversi in una vera e propria crisi. In tal caso, è controproducente forzare la mano ed intensificare gli allenamenti fisici convinti che prima o poi passerà così come staccare la spina senza adeguato supporto. C’è il pericolo, in questi casi, che lo stress aumenti e con esso l’esaurimento psicofisico. Importante, nella gestione e risoluzione dei momenti di esaurimento o di crisi psicofisica, farsi aiutare da persone competenti nel settore a fare un quadro più chiaro della situazione stressante, rispondendo a tutta una serie di domande specifiche in grado di sviscerare meglio il problema.L’obiettivo sarà quello di acquisire una maggiore chiarezza di ciò che non va e fissare le basi per sviluppare una maggiore consapevolezza in sè stessi, nello stato del proprio corpo e della mente, individuando schemi di pensiero e convinzioni limitanti. Riconoscere i fattori scatenanti lo stress, esaminando l’ambiente e lo stile di vita. Imparare a prestare attenzione a ciò che funziona, concentrandovi su obiettivi futuri piuttosto che sugli errori passati riconoscendo le abilità ed i limiti.Per conservare e migliorare la nostra performance, è importante essere in grado di staccare e ricaricare le nostre batterie. E per fortuna esistono delle tecniche in grado di aiutarci a neutralizzare lo stress. E di questo parlerò nel prossimo articolo. Irongabry 

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A mente aperta!

26 giugno 2018


Ogni giorno, mi capita di imbattermi in persone con schemi di pensiero molto rigidi e chiusi.Persone che rifiutano i cambiamenti, le novità, che vivono le loro giornate all'interno di un loop ripetitivo ed abitudinario. Gente che non vogliono nemmeno ascoltare le opinioni altrui, convinti che tutto ciò che vada al di la della loro portata o delle loro convinzioni conduca inevitabilmente al fallimento. Come mettere un lucchetto al proprio cervello.Una mente aperta è in realtà un'arma potentissima. E per svilupparla ciò che serve è la curiosità.Richard Bandler, il padre della PNL nella sua opera Usare il cervello per cambiare afferma: " Nella nostra mente c'è tanto di più di quello che immaginiamo. Nel mondo che ci circonda c'è tanto di più rispetto a ciò che riusciamo a essere curiosi. E' solo questo crescente senso di curiosità a permetterci di catturare quell'entusiasmo che rende utile, divertente ed emozionante tanto il compito più banale quanto quello più affascinante. Senza questa curiosità, la vita è soltanto uno stare in coda. Ogni cosa che faccio e che continuo a fare la faccio al fine di imparare, perché sono curioso. E' un'opportunità rara per tutti noi, un'opportunità senza precedenti. Questo vale per qualsiasi esperienza della nostra vita" .La curiosità è la chiave di tutto. E' motivante, ed è un potente motore che ci spinge ad andare avanti nella nostra quotidianità con entusiasmo ed energia. Soddisfare una curiosità genera un piacere mentale che chiede di essere rinnovato continuando a cercare ciò che è nuovo, sorprendente, abbastanza complesso ma comprensibile.Nel 2005 una ricerca dell’Università di Alberta segnala che le persone che sono curiose da giovani hanno maggiori probabilità di continuare ad essere curiose (e mentalmente attive) quando invecchiano in quanto curiosità, flessibilità mentale ed ottimismo hanno un impatto positivo potente sulla salute a lungo termine del cervello e sulla neuroplasticità.Parlando della mia piccola esperienza personale, sono da sempre molto curiosa. Curiosa di apprendere nuove conoscenze, nuove abilità, cercando di arricchirmi sempre per aprirmi al mondo, alle esperienze, alla vita. Mi confronto con la gente migliore di me per migliorarmi ulteriormente, evitando tutto quello che possa farmi cadere nella mediocrità, nel pettegolezzo, nell’invidia, insomma in tutto quello che quotidianamente circonda la nostra esistenza, le nostre giornate e che contribuisce a rendere la vita più dura di quanto non lo sia già. In realtà, la vita è una figata pazzesca! Bisogna solo viverla dal verso giusto, affrontando le decisioni importanti in modo sereno con la piena consapevolezza delle nostre possibilità e dei nostri valori. Come sviluppare la curiosità?È semplice, piacevole e vitale. Bisogna innanzitutto tenere una mente aperta, accettando  la possibilità che qualcosa che scoprite possa cambiare le vostre opinioni.  Non date niente per scontato, il mondo è bello perché è vario. Non chiudetevi a priori di fronte a nuove esperienze definendole curiose senza averle testate. Curate sempre il lato divertente di ogni apprendimento, ricordando sempre che apprendere una nuova abilità comporta innumerevoli tentativi. Non desistete innanzi alle prime difficoltà. Soprattutto, continuate a farvi domande. Continuate a chiedervi il perché delle cose. Leggete cose diverse tra loro, e non limitatevi a una singola fonte. Mettete in discussione ciò che vi circonda, non limitatevi all'ordinario, puntate allo straordinario!!!!Impariamo dai bambini: "da piccoli la nostra vita ci appare come una strada piena di biforcazioni, più ne scegliamo più quelle biforcazioni diminuiscono, finché non ci troviamo su una strada senza uscita, una strada che magari non volevamo scegliere. Per quanto sia dura, per quanto possa sembrarci irrazionale è importante mantenere una mentalità aperta e continuare a pensare che non siamo finiti, che possiamo fare mille cose, che la nostra strada non è senza uscita. Qualcuno vi dirà che siete pazzi, ma voi sapete che state semplicemente dando ascolto per una volta a qualcuno che crede in voi: la persona che eravate a 5 anni".Ovviamente, la curiosità deve essere produttiva, condurci al miglioramento della nostra vita. Esiste, infatti, anche un tipo di curiosità negativa e destabilizzante, morbosa: quella che vi convince a fermarvi e curiosare se c’è un incidente stradale. È connessa con il sollievo per non essere coinvolti. O è quella che vi porta ad ascoltare i pettegolezzi: il piacere provocato dalla sfortuna altrui.Evitiamo questo tipo di curiosità per rivolgere la nostra attenzione solo verso ciò che realmente contribuisce a renderci migliori e felici.Divertiamoci come ragazzini!!!" La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell'eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. E' sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni. Non perdere mai una sacra curiosità" Albert Einstein.Irongabry

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Se puoi dare il massimo, puoi andare oltre. Ed essere la migliore versione di te stesso.

11 giugno 2018


"I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall’interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere resistenza fino all’ultimo minuto, devono essere un po’ più veloci, devono avere l’abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte dell’abilità".(Muhammad Ali) Cosa distingue un campione da una qualsiasi altra persona? Basta guardare i grandi campioni dello sport nella storia, per rendersi subito conto di come queste persone siano circondate da una luce diversa: sono carismatiche, caparbie, determinate a volte testarde. Sono persone eccellenti con una  visione, un obiettivo. Sono resilienti, trasformano le difficoltà in opportunità, con lo sguardo dritto in avanti, per dare il 100%, a volte anche il 101% verso la vittoria ed il superamento dei propri limiti, mentali e fisici. Eh si, perché se dare il massimo significa raggiungere i propri limiti ( ho fatto il massimo delle mie possibilità) andare oltre significa superarsi ulteriormente. Ogni campione è in costante competizione con gli altri ma ancor prima con se stesso. Ogni gara è una sfida con il corpo e con la mente. Hai presente gli atleti allo starter della partenza di una gara? Hai presente lo sguardo dritto proteso in avanti, concentrato, grintoso? Riesci a percepire l'adrenalina?  In quel momento nella mente dello sportivo si visualizza il suo obiettivo, il traguardo, si àncora il giusto stato d’animo per dare il massimo… e l’oltre. L'atleta lo sente con ogni fibra muscolare, lo vede con ogni parte del suo corpo e della mente, lo assapora nella sensazioni che lo circondano.  Non è detto che alla fine della gara arrivi primo rispetto agli altri, ma se avrà dato il massimo e sarà andato oltre le sue possibilità, oltre i suoi limiti, avrà comunque vinto contro se stesso. E questo farà la differenza. Ognuno di noi può avere l’attitudine del campione. Nella vita quotidiana proviamo essere la migliore versione di noi stessi, migliorandoci ogni giorno, costantemente. Le difficoltà, che sono normali e fanno parte della vita, sono dei feedback che permettono di avere più consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre capacità e devono essere la molla per spingerci in avanti, verso l’oltre. D’altro canto, si dice quello che non ci distrugge ci fortifica. In effetti, non è solo come agisci, ma soprattutto come reagisci a fare la differenza. “Sette volte cadi e otto ti rialzi” dice un noto proverbio giapponese. Ed è proprio cosi. Pensa ai bambini, a quando apprendono cose nuove. Se non provassero e riprovassero dando non solo il massimo delle loro abilità ma quell’oltre, non imparerebbero a stare in piedi, a camminare, a parlare. Se si arrendessero di fronte alle difficoltà, non saremmo qui ora. Cadono e si rialzano, senza condizionamenti, soli con il loro obiettivo. Provano e riprovano. Ogni giorno è una scoperta. Impariamo dai bambini. E dai campioni. “Quando sei il migliore la tentazione di lasciarti andare e di mollare è forte. In fondo cosa devi dimostrare? Sei il migliore. Ma io ho sempre mantenuto la capacità di esserlo perché, quando sono diventato il migliore avevo solo un avversario: me stesso. Quindi giocavo con un solo obiettivo in mente: battere me stesso, migliorarmi sempre, costantemente”.Garry Kasparov Irongabry 

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La zona di confort: come superarla e vivere felici.

30 maggio 2018


Ah, la zona di confort. Quel piccolo angolo in cui ci sentiamo al sicuro, tranquilli, nelle nostre abitudini, nelle nostra quotidianità.Se dovessi immaginare l'idea di zona di confort, la vedo come una bolla all'interno della quale ci troviamo seduti tranquilli ed...apatici. Beh si, perché restare nella zona di confort non permette di stimolarci a nuove esperienze, nuove relazioni, insomma non ci fa vivere. Tutto ciò in realtà non ha nulla di confortante ed a lungo andare si traduce in un atteggiamento di sopravvivenza alla vita nella più totale apatia. Ognuno di noi, spesso senza rendersene conto, costruisce intorno a se delle zone di confort. Al lavoro, nelle relazioni, nella vita quotidiana. Ci accontentiamo di situazioni superficiali o ormai abitudinarie che non forniscono alcun stimolo, e ci culliamo di queste situazioni che comunque non ci fanno del bene, piuttosto che cercare il cambiamento e la crescita. A chi non fa paura l'ignoto? Aprirsi a qualcosa che ancora non conosciamo? Ma è proprio cullandosi all'interno di ciò che è conosciuto e statico che ci spegniamo, giorno dopo giorno. La zona di confort, in altre parole, rappresenta proprio quei confini entro cui ci troviamo sufficientemente bene in particolari contesti della vita come: famiglia, salute, relazioni o lavoro. Un luogo comodissimo e sicuro che ci siamo creati basandoci sulle nostre esperienze e convinzioni ed in cui abbiamo raccolto tutte le nostre sicurezze ed abitudini. In questa zona non siamo esposti a rischi, siamo protetti da situazioni che possono causarci dolore o disagio ma soprattutto siamo sicuri di avere il pieno controllo di tutto perché in questo spazio accade esattamente solo ciò che ci aspettiamo.Ma siamo sicuri che la zona di confort sia il massimo a cui aspiriamo?Siamo veramente felici all'interno di questa piccola oasi dove tutto è abitudine, sicurezza, senza rischi o aspettative?Una zona all'interno della quale ogni giorno è uguale a tutti gli altri e non esiste alcun obiettivo?La risposta è NO. Impariamo ad apprezzare l'ignoto, il brivido di ciò che non conosciamo. Ricordi l'ultima volta in cui ti sei sentito vivo? Eccitato di fronte ad una nuova esperienza, all'idea di non sapere cosa sarebbe successo. Come un bel giro sulle montagne russe in cui all'inizio ti manca il fiato, ma poi ridi e sei euforico in preda ad una bella scarica di endorfine?Per rendere l'idea. Vivere è questo. Sentire le farfalle nello stomaco, sentirti vivo più che mai, con il cuore che accelera e il sorriso sulle tue labbra. Emozioni forti e senso di avventura che nella zona di confort non hanno alcuno spazio.  La zona di confort rappresenta un limite alla felicità. Non ci permette di crescere e di realizzarci, limitando il nostro potenziale. Anche se nel nostro piccolo ed accogliente mondo di sicurezze ci troviamo bene e siamo apparentemente sereni, la sensazione è pur sempre limitata dalle barriere che abbiamo eretto. Fuori dai confini c’è un felicità ancora più grande che vale la pena scoprire.Un piccolo esercizio può esserci di aiuto per meglio comprendere le nostre zone di confort: prendiamo carta e penna e disegnamo un cerchio all'interno del quale mettiamo tutte le nostre abitudini quotidiane. Possiamo anche disegnare più cerchi, con riferimento ai diversi settori della nostra vita ( lavoro, famiglia, relazioni sociali) scrivendo all'interno tutto ciò che li riguarda e che rappresentano le nostre sicurezze. In altre parole, nello scrivere all'interno di questi cerchi, non dovremo provare alcuna sensazione di ansia o disagio. Fatto questo, intorno a questo cerchio che rappresenta la zona di confort, disegnamo un cerchio più grande all'interno del quale scriviamo invece quelle esperienze che ci piacerebbe fare ma che ci mettono a disagio,  ci rendono ansiosi o insicuri o addirittura ci terrorizzano alla sola idea di provarci, fino al punto di bloccarci. Ma mano procediamo con dei cerchi via via sempre più ampi nei quali inserire le esperienze che ci piacerebbe fare ma che ci provocano disagio, insicurezze o terrore in modo sempre più forte. Senza rendercene conto, questi cerchi rappresenteranno per il futuro un vero e proprio piano di azione al quale fare riferimento, con indicati in chiaro dei veri e propri obiettivi da perseguire. Ogni volta che riusciremo a superare la nostra zona di confort, ne usciremo più forti e con maggiore autostima. Se vogliamo migliorarci a livello fisico, emotivo, spirituale e mentale dobbiamo per forza uscire dal recinto in cui ci troviamo perché questo ostacola la nostra evoluzione la nostra crescita ed in natura ogni cosa che smette di crescere,di evolversi prima o poi ristagna e con il tempo muore.La vita è imprevedibile e piena di sorprese. Accogliamole e facciamone tesoro. Irongabry

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RUNNING E IPOTENSIONE: ECCO COME AFFRONTARLA

29 maggio 2018


Le alte temperature possono compromettere l’allenamento: debolezza, giramenti di testa e nausea sono spesso i tipici sintomi di ipotensione. Ecco come correre ai ripari senza rinunciare alla corsa.L’arrivo dell’estate e l’afa possono favorire episodi di ipotensione: l’aumento delle temperature esterne difatti induce nell’organismo il processo di traspirazione che causa una lenta disidratazione e quindi l’abbassamento dei valori della pressione arteriosa. Questa però non deve essere vista come una scusa per chiudersi in casa con l’aria condizionata e non allenarsi, anzi! Bastano infatti qualche piccolo accorgimento e la giusta alimentazione per affrontare al meglio l’ipotensione e correre senza problemi. Vediamo insieme nel dettaglio come riconoscere episodi di ipotensione e di seguito qualche pratico consiglio per allenarsi in sicurezza integrando i giusti nutrienti.Cause principali della pressione bassaL’ipotensione si ha quando la pressione sanguigna ha livelli più bassi del normale, ovvero inferiori ai 50/90-100 mmHg, che sono i valori accettabili per un adulto. Normalmente la pressione sanguigna reagisce allo sforzo fisico, come una sessione di running, con un aumento generale. In particolare la pressione sanguigna sistolica tende a salire, mentre quella diastolica rimane inalterata. Se invece i valori della pressione sistolica calano con l’esercizio fisico significa che si soffre di ipotensione, che in base alla gravità, si può tradurre in sintomi quali vertigini, nausea, stordimento, pallore, ronzio alle orecchie, offuscamento della vista e sudorazione fredda e persino lo svenimento.Esclusi i casi di patologie come anemia ed ipotiroidismo, la pressione bassa può essere associata ad episodi di caldo eccessivo o a cali glicemici. Nella maggioranza dei casi in condizioni di ipotensione ci si sente deboli, privi di forze e non si riesce a proseguire l’allenamento. È possibile però lavorare sul problema attraverso l’alimentazione.Reintegrare liquidi e vitaminePer quanto possa sembrare scontato, bere è il primo consiglio da tenere sempre a mente poiché, come suddetto, spesso disidratazione e pressione bassa vanno di pari passo. È bene quindi assumere molta acqua, ricca di elettroliti, ma anche centrifugati di verdura e frutta e succhi possibilmente fatti in casa, soprattutto a base di barbabietola, arancia, fragole, mandarini e kiwi, in modo da garantirsi una buona scorta di vitamina C.Una delle bevande più conosciute ed impiegate per “tirare su” la pressione è il caffè. È capace di dare un’immediata sferzata di energia, tuttavia, secondo alcuni studi, sul lungo periodo la sua assunzione tende ad aggravare l’ipotensione per via della sua azione natriuretica, ossia l’eliminazione del sodio attraverso le urine, fattore che causa il calo dei valori pressori. Meglio dunque optare per il tè verde, caratterizzato da un minore contenuto di teina ed un rilascio lento nell’organismo. Ottimi per l’ipotensione anche l’infuso di rosmarino, il karkadé ed il tamarindo.Combattere l’ipotensione con l’alimentazionePassando ai cibi, uno dei rimedi più noti e più deliziosi contro l’ipotensione è la liquerizia pura. Grazie al suo principio attivo, la glicirrizina, agisce sui reni aumentando l’effetto del cortisolo, il famoso “ormone dello stress”, innalzando di conseguenza la pressione sanguigna. Naturalmente è meglio non abusarne poiché dosaggi elevati di glicirrizina causano ritenzione idrica e complicazioni cardiache. Quando si ha la pressione bassa è di fondamentale importanza anche l’integrazione salina, soprattutto di potassio e magnesio. Via libera quindi a tutti quegli alimenti che ne sono ricchi come riso integrale, mandorle, patate, fagioli, zucchine, banane, cacao amaro, albicocche secche, uva passa e verdure a foglia verde. Anche le alghe costituiscono una ricca fonte di minerali, fra cui iodio e sodio. Degli eccellenti integratori sono infine i prodotti delle api: pappa reale, polline e miele, prodighi di enzimi, vitamine e minerali.Il Team di RunningManiahttps://www.runningmania.net/wellness/running-e-ipotensione/

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IMPARIAMO DAGLI ATLETI

28 maggio 2018


Mi piace molto utilizzare lo sport, in particolare la maratona, come metafora della vita. In effetti, le difficoltà non hanno paternità: siano esse propriamente di tipo sportivo o di qualsiasi altro genere, sono pur sempre delle difficoltà. Ciò che conta, e che fa la differenza, è il modo in cui vengono percepite dalla nostra mente e di conseguenza affrontate. Sicuramente, avere un approccio positivo ai problemi può aiutarci meglio a ragionare per trovare una possibile soluzione.Nella quotidianità, spesso questo approccio manca, siamo portati probabilmente per natura, ad avere una visione sconfortante dell’esistenza, a lamentarci, a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto. L’uomo per sua natura tende a concentrarsi su ciò che non va, spesso in preda allo sconforto, perdendo di vista il traguardo e spesso, abbandonando un obiettivo un’ora prima del miracolo del suo conseguimento. Convinzioni limitanti, il pensare di non potercela mai fare, dell’essere fatto così e di non poter cambiare, la mancanza di autostima, il condizionamento sociale, sono tutti fattori che spengono l’entusiasmo, la gioia di vivere, la curiosità che è il motore di ogni esperienza, della crescita. Ed ecco che la motivazione spesso viene meno, soffocata da una mediocrità sociale e negativista che porta al buio, alla morte. In realtà, siamo fatti per splendere. Avete sicuramente notato che quando ridiamo, il mondo si fa più bello, più luminoso, tutto sembra diverso e noi ci sentiamo invincibili. Creiamo le condizioni favorevoli per realizzare i nostri sogni. In questo senso, lo sport insegna molto: partire dal presupposto che nella vita le difficoltà sono una cosa assolutamente normale. È il modo in cui accogliamo le difficoltà a fare la differenza: i campioni dello sport hanno una marcia in più perché capaci di accogliere le difficolta quasi come una benedizione, ringraziandola e chiedendo cosa possono imparare da questa difficoltà per divenire degli atleti e delle persone migliori. In tutto questo, avere la consapevolezza di aver dato il massimo che potevamo, di aver messo tutto il nostro impegno, di aver utilizzato ogni fibra muscolare ed ogni neurone ci aiuterà a vivere in modo soddisfacente e senza alcun rammarico. E' un dato di fatto: una maggiore auto consapevolezza, che ci permetta di valutare in concreto il nostro impatto sugli altri, è un enorme vantaggio per ottenere equilibrio in tutti gli aspetti della nostra vita. Essere innanzitutto " onesti" fino in fondo con noi stessi ci consentirà di stabilire quali sono realmente le nostre possibilità, comprendendo maggiormente quello che stiamo facendo, le possibili opzioni a nostra disposizione ed i risultati che vorremmo raggiungere. Sostanzialmente, se noi pensiamo di non poter fare qualcosa, questo è proprio ciò che normalmente accade. Tanto nello sport quanto nella vita di tutti i giorni. E' provato che a causa della connessione corpo-mente, il corpo faccia ciò che la mente ha determinato, o comunque ne sia fortemente condizionato.  Pertanto, acquisire maggiore auto consapevolezza significa avere ben chiaro in mente ciò che può essere conseguito e successivamente, concentrarsi sul COME conseguirlo. Nel caso specifico dello sportivo qual è l'obiettivo che vuoi conseguire? Un personal best in una gara? concludere la tua prima 10 km? tagliare il traguardo di una maratona? Sai cosa bisogna fare?  " SOGNARE AD OCCHI APERTI"! Detta così, potrebbe lasciarti perplesso, ma considera una cosa: proprio il sognare ad occhi aperti ci permette in qualche modo di avere un'idea del modo vogliamo realizzare il nostro obiettivo.Naturalmente, questa prima immagine di te che vinci la maratona dovrà un attimo essere ridimensionata e calibrata in relazione alle tue reali capacità e possibilità. Per farti un esempio: potrei sognare di vincere la maratona, ma praticamente mi rendo conto che attualmente con i mezzi che ho non mi è possibile realizzarlo. Posso tuttavia mirare a concluderla sotto le 4 ore. Maggiore autoconsapevolezza per migliori risultati concretamente conseguibili. E' fondamentale il ruolo giocato dall'immagine che ognuno ha di se: dal sognare ad occhi aperti, all'individuazione delle nostre abilità e dei talenti, all'immagine positiva che trasmettiamo agli altri e che deve essere congruente con la nostra immagine interiore, alle credenze limitanti che possiamo superare. Esiste una tecnica che permette, giorno dopo giorno, di migliorare la tua autoconsapevolezza, concentrandoti su due aspetti specifici: l'aspettativa di se e l'immagine di se. Bastano dieci minuti al giorno.Trova un posto tranquillo e mettiti in disparte. Appena raggiungi uno stato di calma, prova a visualizzarti mentre raggiungi un successo in ambito sportivo ( immagina di tagliare il traguardo, ad esempio). Immagina questo risultato con tutti i sensi, e pian piano, focalizza la tua attenzione sulle emozioni, sensazioni positive che provi. dovresti avvertire anche una forza immensa attraversarti il corpo e una sensazione di leggerezza e di benessere. Tieni questo stato mentale, percepiscilo bene, fallo tuo. Esci dallo stato mentale e torna nella realtà.  Chiudi gli occhi e recupera lo stato mentale di prima. Esci dallo stato mentale di benessere e torna nella realtà. Come ti senti? Prima del gran giorno della tua gara, fai questo lavoro. Entra nello stato mentale del vincitore e vai!! Vedrai la differenza. Naturalmente, è una tecnica che possiamo applicare nella vita di tutti i giorni, prima di un evento importante, un colloquio di lavoro, un esame. Dobbiamo convincerci con ogni fibra del nostro corpo che siamo degli esseri straordinari capaci di realizzare qualsiasi cosa. Impariamo ad essere curiosi, a gioire fin dalle piccole cose ringraziando quotidianamente di avere tante possibilità, di essere fortunati, di vivere. La vita è una, non abbiamo una seconda possibilità. E dobbiamo viverla al massimo. Ciò non significa che la vita sia tutta rose e fiori. Le difficoltà, come ho già detto, sono assolutamente la normalità. Grandi o piccole che siano. Dobbiamo accettarle ed imparare da loro: come disse Albert Einstein “ Sono grato a tutte quelle persone che mi hanno detto no. E’ grazie a loro se sono quello che sono”. Non bisogna mollare, bisogna avere consapevolezza delle difficoltà ma che dei propri sogni, dei propri valori e fissare degli obiettivi. Come un maratoneta, che malgrado la fatica ed i dolori, malgrado la mente a volte dica alle gambe di fermarsi, prosegue nel suo percorso e non si ferma finchè non raggiunge il traguardo, godendosi il viaggio e non perdendo di vista la meta. Nulla è impossibile, davvero. “ Nessuno può colpire duro quanto può colpire la vita, l’importante è come sai resistere ai colpi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Un uomo vince solo se sa resistere…. Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c’entra, accusando prima questo e poi quell’altro di quanto sbaglia…. I vigliacchi fanno così” Rocky BalboaIrongabry

sport, alimentazione, benessere

consigli utili per mangiare bene e vivere meglio

24 maggio 2018


Quando si parla di alimentazione, ed in particolare del binomio alimentazione e sport, spesso vengono proposti dei suggerimenti se non dei veri e propri consigli miracolosi e speciali ricette che sarebbero in grado di migliorare la performance sportiva. Si tratta spesso e volentieri di scorciatoie che in realtà non hanno nulla di miracoloso ma che, al contrario, potrebbero risultare essere dannose. Chi pratica attività sportiva ha bisogno di assimilare tutti i nutrienti in grado di sostenerlo durante il gesto atletico. Per questo è necessario impostare una corretta alimentazione, attraverso pochi semplici regole che garantiscano una crescita muscolare in salute garantendo l'efficienza del nostro corpo, nello sport come nella quotidianità. Volendo dare dei consigli pratici:  1.   Fare pasti sempliciIl primo consiglio è quello di fare pasti semplici, evitando le abbuffate (le eccezioni ci sono, ma non devono essere la regola). Vanno inoltre rispettate le solite combinazioni alimentare. Se frazionate bene i pasti anche la digestione ne beneficia e inoltre vengono velocizzati anche i tempi di assimilazione, rendendo l’energia molto più disponibile per l’attività fisica. 2.   Non saltare i pastiSaltare i pasti, in particolare la prima colazione, porta a squilibri nutrizionali e metabolici. Al mattino, il solo caffè non è sufficiente: meglio una bella spremuta di arancia con biscotti secchi o fette biscottate integrali con un velo di marmellata, oppure una tazza di latte con cereali integrali. 3.   Consumare tanta frutta e verdura La frutta e la verdura anche se non nominate prima, sono da includere nella dieta dello sportivo. Non dovete consumare solo carboidrati e proteine. Anzi, avete bisogno di tante vitamine, oligoelementi e sali minerali. Tutte sostanze che prendete da frutta e verdura. Preferite quando potete questi alimenti crudi. La cottura infatti va a ridurre in modo significativo le sostanze presenti all’interno. Non solo, i vegetali crudi aiutano a digerire. 4.   Carne, ma con moderazione La carne è un alimento molto importante. Il problema però è che si tende ad abusarne. Tutti, sportivi e non, dovrebbero ridurre sensibilmente il consumo. Purtroppo al giorno d’oggi siamo arrivati a consumarla anche ogni giorno. Cosa che non è affatto un bene. In particolare va moderata l’assunzione della carne rossa. Se da una parte contiene le proteine, dall’altra apporta anche una quantità eccessiva di grassi saturi e di colesterolo. 5.   Mastichiamo lentamenteOrmai lo sappiamo, la digestione inizia in bocca. Eppure chissà perché mastichiamo male e velocemente, impedendo al corpo di assimilare bene il cibo, soprattutto gli importantissimi carboidrati. Masticando lentamente, inoltre,  il cervello ricorda il pasto più a lungo, lo incamera, non se ne dimentica. Di conseguenza, non si ha fame subito dopo e si evita l'errore di stimolarlo continuamente ingerendo snacks e cibo spazzatura. 6.   Bere le giuste quantità di acquaL’acqua è un bene importantissimo. Rappresenta uno dei fondamenti della nostra alimentazione ed il nostro corpo ne è composto per almeno il 70%. Se possiamo far a meno di quasi ogni alimento (nel senso che può essere facilmente sostituito con altri simili dal punto di vista nutrizionale), dell’acqua proprio no. Tuttavia ecco che ci dimentichiamo di bere e non assecondiamo lo stimolo della sete. A tal punto da inibirlo e bere solo poche volte nell’arco di una giornata. Alcune volte poi, si tende a confondere lo stimolo della sete con quello della fame, così invece di bere, mangiamo. L’attività sportiva, in particolare, comporta la perdita di molti liquidi: più l’impegno è prolungato, maggiore sarà l’impoverimento, con la conseguenza che l’efficienza dei nostri muscoli sarà fortemente compromessa. Per altro, il nostro corpo ha essenzialmente bisogno di acqua, solo in caso di attività fisica prolungata potrebbe essere necessario assumere degli appositi integratori salini. In ogni caso, meglio evitare alcool e bibite gassate, che presentano un elevato apporto calorico e sono nemici della reidratazione, rallentando il recupero muscolare, portando senso di pesantezza allo stomaco e ostacolando la prestazione.  L’acqua è importantissima ed è fondamentale riabituarci a bere nella giuste quantità. Ricordiamoci di bere in qualsiasi condizione ambientale, quindi non solo quando fa caldo e si suda ma anche quando ci si allena in un luogo freddo, non si suda e l’impressione è quella di non avere sete. Ad esempio, nel caso del nuoto: i liquidi si perdono, eccome! Meglio bere acqua a temperatura ambiente che consentirà al nostro organismo di avere subito a disposizione uno dei suoi più importanti alimenti.  Ricordiamo inoltre che la sensazione di sete è una spia della carenza di acqua. Si tratta di una manifestazione tardiva che purtroppo compare quando il processo di disidratazione è ormai già in atto. Bisogna quindi prevenirne l’insorgenza attraverso la regolare assunzione di liquidi prima, durante e dopo la prestazione sportiva. Irongabry 

sport, alimentazione, corsa, benessere, nuoto

CURIAMO L'ALIMENTAZIONE

24 maggio 2018


È nota a tutti l’importanza di una buona alimentazione per mantenere sano il nostro organismo e farlo funzionare al meglio. Un’alimentazione sana e bilanciata è la prima “medicina” a cui tutti dovrebbero ricorrere. Diversamente da quanto si pensa, infatti, il termine “dieta” ( che deriva dal greco e significa “ stile di vita”) non si riferisce ad un regime alimentare volto esclusivamente alla riduzione del peso, ma al contrario riguarda le modalità più efficaci che dobbiamo adottare per apportare tutti i nutrienti necessari a mantenere l’organismo in salute, giorno dopo giorno. Se questo è valido per qualsiasi persona “normale”, con una vita più o meno sedentaria, ancor di più lo è per coloro che praticano uno sport. La dieta per lo sportivo, infatti, riveste un ruolo determinante ed è utile conoscere quali sono gli alimenti funzionali alla sua attività e in quali quantità e modalità deve assumerli per poterne trarre tutti i benefici possibili. Conoscere e capire le regole di una corretta alimentazione è il primo e fondamentale passo per contrastare la fatica, migliorare l’efficacia dell’allenamento, favorire il recupero e, quindi, innalzare la capacità di performance atletica. In base all’attività fisica praticata potrà essere utile un fabbisogno energetico aggiuntivo o qualche aggiustamento alla razione alimentare. Tuttavia, attenzione al consumo calorico: nel caso in cui le entrate siano sistematicamente superiori alle uscite si può ingrassare anche in periodo di pieno allenamento. Se nel dopo‑sport vengono commessi errori alimentari, infatti, praticare un’attività sportiva non mette al riparo da un possibile incremento del peso.Lo sportivo può e deve mangiare abitualmente di tutto. Carboidrati, proteine e lipidi, ovvero i cosiddetti macronutrienti, devono essere introdotti adeguatamente rappresentando la più importante fonte energetica per l’organismo. In particolare:- I carboidrati forniscono energia sia ai muscoli che al cervello. Dovrebbero rappresentare il 50%-60% del fabbisogno energetico totale. Occhio agli zuccheri semplici che si trovano nei dolci la cui assunzione è dannosa per l’organismo: dovrebbero rappresentare non più del 10% del fabbisogno energetico. Via libera a pasta, riso, patate, pane, meglio se integrali;- Le proteine: sono i “mattoni” che fanno crescere organi e muscoli, in quanto utilizzate per la costituzione delle cellule e dei muscoli. Li troviamo nel pesce, nella carne rossa e bianca, nel latte ed i suoi derivati, nelle uova, nei legumi e nei cereali;- I lipidi: forniscono al corpo energia che se non utilizzata, si accumula contribuendo all’aumento di peso corporeo. Li troviamo nei condimenti come olio, burro nonché in alimenti come insaccati, dolci, formaggi ecc. - Le fibre: fondamentali per mantenere in efficienza il transito intestinale, sono presenti in proporzione variabile, in tutti gli alimenti di origine vegetale.Accanto ai macronutrienti, vi sono poi degli elementi che devono essere introdotti regolarmente poiché indispensabili per il nostro organismo: i micronutrienti, ovvero minerali e vitamine che non apportano calorie, ma svolgono molte importanti funzioni, assicurando la corretta assimilazione dei macronutrienti ed il giusto funzionamento del nostro corpo. In particolare:- Vitamina A: regola la funzione visiva e lo sviluppo osseo, combatte le infezioni. La troviamo nella frutta, nel burro, latte, uova e fegato;- Vitamine del gruppo B: favoriscono il metabolismo dei macronutrienti, il funzionamento del sistema nervoso e la formazione dei globuli rossi. La troviamo in alimenti come carne, pesce, molluschi, uova, latte, cereali integrali, vegetali a foglia verde, banane. In particolare, la vitamina B12 la troviamo solo in alimenti di origine animale;- Vitamina C: protegge dalle infezioni e rafforza il sistema immunitario. La troviamo negli ortaggi e nella frutta fresca come arance, kiwi;- Vitamina E: protegge i tessuti dai processi di ossidazione. La troviamo nell’olio di semi, di oliva, olio di mandorle ed ortaggi vari;- Vitamina K: consente la coagulazione del sangue e l’assorbimento del calcio. Si trova nei vegetali a foglia verde;- Calcio: è uno dei minerali essenziali che deve essere introdotto per il corretto sviluppo dei denti e delle ossa. Lo troviamo nel latte e nei suoi derivati, nei legumi, negli ortaggi verdi e nei cereali integrali;- Ferro: trasporta l’ossigeno nel sangue. Fondamentale per lo sportivo, si trova nella carne, nel pesce, nel fegato, nelle uova, nel latte ed in alcune verdure. Le quantità di nutrienti da assumere saranno proporzionali al tipo di attività fisica che svolge. La varietà dei cibi da assumere quotidianamente è fondamentale per un corretto regime alimentare che mette al riparo dal rischio di squilibri alimentari e dalla monotonia dei sapori. Inutile dire che quando l’attività fisica rallenta o cessa del tutto, è bene che l’ex‑atleta riduca proporzionalmente i suoi consumi alimentari, adeguandoli alle nuove abitudini. Non bisogna eccedere nel consumo di carboidrati, poiché superare la percentuale del 55 -­ 60% di zuccheri con l’apporto calorico complessivo comporta disturbi digestivi (meteorismo, costipazione o diarrea, dolori addominali), riduzione dell’appetito e possibile carenza dell’apporto di calcio.Bisogna inoltre prestare attenzione al tempo di digestione dei vari alimenti. Ciò è fondamentale per non appesantire lo stomaco che, altrimenti, sottrarrebbe preziose energie all’organismo per digerire gli alimenti “pesanti”.Un pasto leggero (riso con verdure, pesce, minestra con pasta in brodo, pasta con sugo di pomodoro leggero) viene digerito in 2‑3 ore; pasti normali variati (carne, patate, verdura, pasta al ragù) necessitano di 3‑4 ore; alimenti ricchi di grassi e i piatti ricchi di fibre (legumi, carni grasse) vengono digeriti in più di 4 ore.Durante la digestione è necessario che un notevole quantitativo di sangue affluisca all’intestino per assorbire ciò che abbiamo mangiato. Bisogna quindi evitare di andare in palestra o di fare qualsiasi sport nelle due o tre ore successive a un pasto completo.Dopo un semplice spuntino, povero di grassi e facilmente digeribile, si potrà dimezzare l’intervallo. Ma è bene ricordare che gli spuntini non sono tutti uguali. Per esempio, la pizza è molto più di uno spuntino e ha un quantitativo di grasso che ne ritarderà la digestione rispetto a un’analoga quantità di carboidrati ingeriti sotto forma di cracker o biscotti e perfino di una merendina non farcita. Il tempo necessario per la digestione è più lungo se si assumono patatine fritte. Meglio mangiare un frutto e uno yogurt, oppure due fettine di pane con del prosciutto magro seguite da un gelato di frutta o una spremuta. Se nel primo pomeriggio è previsto un allenamento impegnativo bisogna rinforzare lo spuntino di metà mattina. È consigliabile fare un mini‑pasto ricco di carboidrati almeno un’ora prima di cominciare l’attività fisica e recuperare dopo l’allenamento o la gara, e poi a cena, con un secondo piatto di porzioni più abbondanti del solito. La precedenza, nel recupero, spetta sempre all’acqua e ai carboidrati. Irongabry    

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HAI VOLUTO LA BICICLETTA????PEDALA ( che fa bene!)

17 maggio 2018


Ogni sport ha i propri benefici specifici e il ciclismo non fa differenza. Le uscite in bicicletta mi rilassano molto, mi permettono di scoprire luoghi e particolari di luoghi ai quali in altri frangenti non presterei mai attenzione.Il fitness che ci fa vedere il mondo, che ci porta gradevolmente in giro. Piacere per il corpo e per gli occhi.Un’attività dai i riflessi positivi sul nostro corpo, da convincerci a rispolverare la vecchia bicicletta e trovare il tempo per riprendere uno po’ di esercizio sul pedale. Dopo qualche pedalata non ci saranno più dubbi sui benefici del ciclismo sul nostro fisico: sentiamo già quella godibile stanchezza e quel soddisfacente indolenzimento dei muscoli che seguono un’attività sportiva di qualità. La pedalata del ciclismo permette di sviluppare armonicamente tutti i gruppi muscolari inferiori (gambe, glutei), della zona addominale e lombare.Praticato regolarmente, il ciclismo fa bene allo sviluppo del cuore, alla diminuzione della pressione arteriosa diastolica e all’abbattimento dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi nel sangue. In poche parole: un toccasana per l’apparato cardiocircolatorio. Diversi studi provano che la bicicletta è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e ne evita il peggioramento negli anziani. Il ciclismo, infatti, è uno sport di resistenza e pedalare rafforza gradualmente non solo il cuore ma anche la ventilazione polmonare.Il ciclismo, come il nuoto, è un sport a basso impatto: pedalando, non esercitiamo pressioni sulle articolazioni degli arti inferiori. Inoltre, rafforza i muscoli delle gambe.  Pertanto, chi va in bici migliora il metabolismo muscolare a vantaggio soprattutto di glutei, cosce e polpacci. Rafforza anche i muscoli e le ossa della zona dorsale, quindi anche la schiena ne riceve benefici. L’attività ciclistica regolare aumenta l’efficienza degli alveoli polmonari.Inoltre, come ogni attività fisica sportiva, l’andare in bicicletta regolarmente contribuisce a far lavorare bene il metabolismo.Andare in bicicletta per più di mezz’ora, come ogni altra attività sportiva, rilascia nel flusso sanguigno le endorfine, dette anche “ormoni della felicità”. Per un italiano su tre la bicicletta è, almeno nelle intenzioni, il mezzo preferito per spostarsi durante i viaggi vacanzieri di quest'estate 2014. È quanto risulta dal sondaggio condotto dall'Osservatorio Linear dei Servizi: precisamente il 32% degli intervistati sceglie la bici (anche se l'auto resta la più usata dalle famiglie). Seguono: il treno (30%), le auto (26%), e le moto (12% le moto).Il motivo per cui gli italiani preferiscono la bici? Non inquina e fa bene alla salute, non costa nulla, è divertente, libera la città e le campagne da auto e inquinamento. Irongabry

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L'importanza del sonno per uno sportivo

15 maggio 2018


Il sonno è un momento di grande importanza che permette all’organismo di recuperare le forze. Diversi studi, effettuati anche all’estero, hanno dimostrato come sia importantissimo dormire almeno 7 ore a notte. Questo numero si “alza” a 10 ore nel caso di un maratoneta. Per chi esercita attività fisica si consiglia persino di diventare “un’orologio”, andando a dormire sempre alla stessa ora, ed alzandosi con regolarità al solito orario che ci siamo imposti. Per lo sportivo il sonno è fondamentale poiché i muscoli e le articolazioni, affaticati durante l’allenamento, vengono riparati dall’organismo proprio mentre dormiamo. Il riposo, in particolare il sonno, per uno sportivo è importante tanto quanto l'allenamento e l'alimentazione. Dormire bene, infatti, ha un impatto positivo sul nostro corpo e sulla nostra mente. Dormire male, al contrario, a causa di continui risvegli provoca alterazioni ormonali con conseguenze negative sul metabolismo. Tutto questo determina stress che fa aumentare la produzione di cortisone e provoca nel tempo disturbi come la ritenzione idrica, riduzione della crescita muscolare e aumento della massa grassa, indebolimento del sistema immunitario. Ma come riposare bene?Innanzitutto, è consigliato avere dei ritmi regolari di sonno- veglia, cercare di alzarsi al mattino sempre alla stessa ora ed andare a dormire anche ad orari regolari. Un riposino pomeridiano è concesso. Nei periodi di particolare stanchezza poi, ci si può affidare anche a dei micro-sonni, anche di una decina di minuti soltanto, perché è scientificamente provato che aiutano a sentirsi più riposati. Ovviamente uno dei problemi principali di chi non riesce a riposare bene è la difficoltà a prendere sonno, che poi porta all’insonnia. Occorre dunque essere capaci di evitare comportamenti che incidono negativamente sulla possibilità di addormentarsi subito. Una delle principali causa dell’insonnia è spesso la cattiva alimentazione. Ci sono degli alimenti nemici del sonno, in particolare quelli salati e anche l’alcol. Quest’ultimo, è vero, può dare sonno, ma in realtà disidrata il corpo e di conseguenza fa venire sete durante la notte, disturbando il sonno. Infatti non conta solo quanto dormiamo, ma come dormiamo e se il sonno è spesso interrotto possiamo stare nel letto anche 10 ore, ma non ci sentiremo mai sufficientemente riposati. Cosa mangiare allora?Cibi che contengono vitamine del gruppo B, calcio, magnesio, amidi, quindi pasta, pane, patate. E vanno bene anche cibi che aiutano il nostro corpo a produrre melatonina e serotonina, gli ormoni che ci aiutano a dormire bene e tra questi ci sono i latticini, i legumi, il frumento integrale, verdure come spinaci e lattuga, frutta secca, frutta fresca come banane e mandarini. Un altro piacevole aiuto a conciliare il sonno può venire dall’aromaterapia, nella forma di oli essenziali diffusi nell’ambiente in cui si dorme oppure messi in gocce sul cuscino o su un fazzoletto da tenere a portata di mano. Aloe vera e lavanda i più gettonati. Altri aromi indicati sono maggiorana, sandalo, melissa, valeriana, passiflora, biancospino, tiglio e poi, ovviamente, l’immancabile camomilla, che quando si tratta di favorire il relax è sempre utilissima.E’ fondamentale cercare di far passare qualche ora tra l’ultimo allenamento e il riposo, perché l’attività fisica mette in circolo adrenalina e noradrenalina che non favoriscono il sonno. Anche guardare troppo schermi di pc, tablet e telefonini potrebbe disturbare il riposo nei soggetti più sensibili, ma ci sono sempre più casi di gente che è talmente abituata agli schermi che li considera un aiuto ad addormentarsi. Sempre consigliata, poi, la lettura di un libro non troppo impegnativo poco prima di prendere sonno.Nello specifico, ecco 5 dritte per lo sportivo che finisce tardi un allenamento:non fate una doccia veloce, ma prendetevi il giusto tempo: una doccia veloce non fa altro che mantenere lo stato di allerta nell’organismo;non abbuffatevi per recuperare le calorie spese: meglio fare una colazione più abbondante e avere una digestione notturna meno problematica;non andate a dormire a stomaco vuoto o mangiando troppo poco, pena l’organismo che tiene svegli perché ha bisogno di sfamarsi: saziatevi correttamente senza eccedere;non bevete troppa acqua poco prima di coricarvi: meglio forzarsi a bere di più subito dopo l’allenamento anche se non si ha sete;dalla fine dell’allenamento, considerate almeno 3 ore prima di coricarvi e al massimo 5 ore.Queste direttive derivano dal fatto che è vero che lo sport fa dormire meglio generalmente, ma se lo sforzo è prolungato (oltre l’ora, vale anche per i lenti) e/o molto intenso, il corpo ha bisogno di “disattivarsi” e per fare questo ci vuole tempo. La doccia fatta con calma, anche con acqua calda e sali, non ha alcun effetto reale sul recupero muscolare. L’azione che si ottiene è puramente rilassante, per evitare che sia proprio il cervello a rimanere ancora in allerta. Il concetto di “disattivazione” è perfettamente normale e non c’è da preoccuparsi, non succede nulla e non fa male. Ma ci vuole tempo, appunto! O almeno un minimo per chi si allena per la salute. Il tempo minimo di “disattivazione” è di 3 ore, tempo in cui la frequenza cardiaca torna in condizioni di riposo. Al massimo sono 5 ore, ma ovviamente ci sono fattori, anche spesso psicologici, che ritardano il processo. Quindi, dopo l’allenamento provate a fare tutto tranquilli e rilassati. So che per molti è difficile “staccare la mente” dopo l’allenamento, magari se è andato bene. Ma si può fare! Ad esempio, un altro errore consiste nel terminare di allenarsi davanti al cancello di casa. Fermatevi prima e rientrate a casa con 5-10′ di cammino o defaticamento serio. Fidatevi, sembra una sciocchezza ma non solo scongiura problemi respiratori e muscolari, bensì aiuta moltissimo anche nella fase di “disattivazione” e smaltisce meglio l’acido lattico. Se non lo fate, quei 5-10′ che pensate di aver guadagnato li perdete ampiamente con gli interessi. Si deve in ogni caso, considerare anche il livello di attività giornaliera complessiva e il grado di allenamento, la soggettività e la comodità personali. Taratevi con l’esperienza e la conoscenza di voi stessi. È vero quello che in molti dicono sugli sportivi, cioè che lo sportivo deve imparare a diventare un “orologio umano”

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Oggi corro qui: Buenos Aires

20 aprile 2018


Come ben saprete, viaggiare è una delle mie più grandi passioni. Quando poi al viaggiare si aggiunge anche la possibilità di correre, il binomio è assolutamente perfetto!Questa volta, la mia corsa si è svolta in Argentina a Buenos Aires! Praticamente sono finita dall'altra parte del  mondo, anzi proprio alla fine del mondo!Situata nell'America del Sud, nell'emisfero australe, l'Argentina offre panorami mozzafiato e diversificati, passando dal caldo di Buenos Aires, grande megalopoli con i suoi 3milioni di abitanti, al fascino e al freddo della Patagonia fino ad arrivare ai confini con l'Antartide nella terra del fuoco. Ho avuto possibilità di visitare nel corso di questa vacanza la città di Buenos Aires nei vari quartieri detti Barrios che la compongono. Alcuni di essi molto moderni e popolati da una moltitudine di persone e turisti  nelle strade, altri invece purtroppo pericolosi e da visitare con le dovute cautele al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. In ogni caso, con qualche accortezza ed evitando di portare con se oggetti di valore o grosse somme di danaro, Buenos Aires è una città da girare con una buona tranquillità.La zona in cui mi trovavo ad alloggiare era molto centrale sulla Avenida 9 de Julio in prossimità del famoso Obelisco, simbolo della città di Buenos Aires, luogo dove tutti i turisti vanno a fare delle belle foto. L'Avenida 9 de Julio, una delle vie di comunicazione principali di Buenos Aires, è un grandissimo viale alberato con bei marciapiedi, negozi ed un gran via vai di gente ad ogni ora del giorno e della notte. Consideriamo che trattandosi di emisfero australe praticamente mi sono ritrovata in estate con trenta gradi, lasciando in Italia il grigiore dell'inverno. Procedendo lungo la avenida 9 de julio si arriva quindi all'obelisco dove la prima cosa che salta all'occhio è la presenza imponente delle due iniziali della città B e A a caratteri cubitali scritte con delle aiuole. Procedendo oltre, scendendo verso la zona costiera, si incontra la zona centrale tutta isola pedonale con i suoi negozi, i suoi palazzi imponenti in stile liberty, la galleria commerciale El pacifico fino ad arrivare alla zona piu moderna di Buenos Aires denominata Porto Madeiro. La presenza dell'università cattolica di Buenos Aires, di numerosi locali punto di ritrovo dei giovani, di un magnifico lungofiume dove poter passeggiare e degli imponenti grattacieli rende questa parte di Buenos Aires una zona molto moderna e chic, da assaporare soprattutto al tramonto. Procedendo verso nord, si incontra poi il famoso quartiere Palermo, da sempre simbolo della Buenos Aires "bene" con i suoi giardini ben curati, i suoi parchi e monumenti. una zona perfetta per correre: ampi spazi verdi ben curati e tanti runners! Esistono poi delle zone affascinanti e storiche di Buenos Aires ma non adatte alla corsa, soprattutto in solitaria e nelle ore serali. Tipico è il quartiere del La Boca, sede della Bombonera luogo cult del calcio e di Maradona. La zona pur essendo turistica è comunque poco raccomandabile: pertanto, si consiglia di visitare esclusivamente di giorno, rimanendo solo ed esclusivamente lungo il percorso piu turistico evitando di avventurarsi nelle zone meno conosciute ed in ogni caso, evitando di portare con se molto denaro o oggetti di valore visibili.Buenos Aires è una città giovane, vivace multiculturale dai mille colori e mille sfaccettature. ogni Barrio presenta delle caratteristiche proprie che lo rendono unico  e particolare ed è bello conoscerli attraverso la corsa che permette di coglierne ogni aspetto, anche il più piccolo ma significante. sfumature di colori, stili architettonici diversi, perfino caratteristiche differenti della gente che puoi incontrare nelle strade: dalla signora ferma ad aspettare il bus, al lavoratore in bicicletta, alla ragazza intenta a bere il suo mate nella tipica tazza. Il tutto in una perfetta commistione di elementi cosi diversificati da rendere tale città indimenticabile agli occhi del turista. E' proprio così che la ricorderò: Buenos Aires ha conquistato un pezzo del mio cuore.Irongabry

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Stretching e yoga nella pratica sportiva: per migliorare...rilassandoci!

09 aprile 2018


Lo sport, si sa, fa benissimo. Ci aiuta a rimanere giovani, attivi, efficienti. Praticare uno sport ci rende più allegri, resilienti, in grado di interagire con il mondo che ci circonda e di migliorare la nostra autostima. Permette di ritrovare noi stessi, i nostri limiti, definendo le nostre ambizioni e gli obiettivi che vorremmo raggiungere nel tempo che ci prefissiamo. Ma lo sport richiede cura, dedizione, attenzione costante per preservare i nostri muscoli e le nostre articolazioni che soggette al carico dell'allenamento, potrebbero andare incontro ad infiammazioni o peggio a veri e propri infortuni.  Un aiuto è offerto dallo stretching, meglio ancora, dallo yoga. Sul punto, non mancano opinioni contrastanti, ma personalmente, trovo nella pratica dello yoga e dello stretching un valido aiuto per combattere rigidità muscolare mantenendo il corpo elastico e reattivo.  Dedicare del tempo alla pratica dello stretching prima e dopo l'allenamento può contribuire a rendere più efficiente l'attività sportiva riducendo il rischio di infortuni, in quanto i muscoli divengono più flessibili e quindi meno predisposti a traumi. Il consiglio è quello di dedicare a tale pratica almeno 20 minuti ( ma si può tranquillamente aumentare, in base alle capacita di ognuno di noi) magari suddividendoli in dieci minuti prima e dieci minuti dopo l'allenamento. Importante ricordare che non è affatto tempo perso, bensì sono esercizi preziosi ed importanti per rendere il nostro allenamento più efficiente e meno traumatico.  Soprattutto per i non più giovincelli, praticare regolarmente lo stretching o meglio ancora lo yoga garantirà una maggiore elasticità ed allungamento muscolare utile anche per mantenere una postura corretta ed ottenere un gesto atletico più efficiente ed economico in termini di dispendio energetico. Nel caso di patologie come la fascite plantare, o la sindrome della bandeletta ileotibiale la pratica regolare e quotidiana dello stretching o di appositi asana di yoga può essere necessaria per la risoluzione di tale tipologia di infortunio.  Infatti, ciò che può ostacolare l’esecuzione del movimento rendendo rigido il nostro corpo è proprio il muscolo, che se da una parte determina il movimento dei segmenti corporei, dall’altro lo ostacola se non sufficientemente elastico. Questa mancanza di elasticità può verificarsi sia nel caso in cui il muscolo sia robusto, sia nel caso in cui il muscolo è debole: perde la propria cedevolezza e capacità di allungamento se viene troppo potenziato o, al contrario, se non viene usato. Il metodo di allungamento può essere attivo o passivo. Il primo consiste in un movimento attivo eseguito con gesti lenti e progressivi. Con l’allungamento passivo, invece, il muscolo viene allungato grazie all’aiuto di una forza esterna come ad esempio la forza di gravità o altri attrezzi. Una volta raggiunta la posizione di allungamento, la si mantiene dai 15 ai 30 secondi, senza superare la soglia del dolore. In seguito si esegue una pausa di rilassamento di 30 secondi e si ripete. Un vero e proprio toccasana per contrastare mal di schiena e tendiniti è inoltre lo yoga,  importantissimo per rigenerare muscoli e mente: praticare lo yoga dopo aver fatto sport consente di allentare le tensioni muscolari ed articolari ed, al contempo, di rivolgere l'attenzione all'ascolto del corpo e della mente, attraverso anche una corretta respirazione diaframmatica lenta e profonda. Un respiro calibrato e ben coordinato all'attività svolta contribuisce ad un minor dispendio energetico e una maggiore resistenza a lungo termine.  Attraverso la pratica dello yoga, attraverso i vari Asana, il nostro corpo e la nostra mente ritrovano concentrazione ed autocontrollo, rimanendo così concentrati sull'obiettivo che si vuole raggiungere, combattendo ansia e stress.  Cosa sono gli Asana? Sono posizioni del corpo statiche, con una determinata postura, che si mantiene entro un certo tempo di solito all’inizio 30-60 secondi ma anche più man mano che si diventa bravi. Si afferma che gli asana sono moltissime, addirittura migliaia. Infatti, se ci pensi bene, le posizioni che può assumere il corpo umano possono veramente essere infinite. Hanno nomi semplici, spesso di animali o elementi della natura, proprio a voler richiamare l’intima connessione che lega l’uomo all’universo che lo circonda. Gli asana se praticati nel modo corretto agiscono su tre livelli: quello fisico, mentale ed energetico. Sul corpo agiscono direttamente, mentre a livello mentale ed energetico hanno degli effetti indiretti. L’esecuzione dovrebbe essere calma, serena e durevole sia a livello fisico che mentale. Attraverso questo atteggiamento, ed attraverso la pratica costante con una buona dose di pazienza, lo yoga ti consentirà di ritrovare un profondo equilibrio non solo nel corpo, ma anche nello spirito e nella vita in generale con maggiore consapevolezza in te stesso e grande forza di volontà. Differenze fra stretching e yoga? Da un punto di vista muscolare ed articolare sia lo stretching che lo yoga utilizzano degli esercizi in cui prevale una fase statica. Lo Yoga, a differenza dello stretching, si occupa non solo della salute del nostro corpo, ma di tutto l’essere nella sua interezza, al fine di ottenere una mente serena e disponibile ed uno spirito armonioso al quale corrisponde un corpo sciolto e flessibile. Si può affermare che lo yoga sia il precursore dello stretching sebbene riguardi una dimensione piu alta che considera l’uomo come l’insieme di corpo, mente e spirito che si compenetrano ed influenzano reciprocamente. Lo yoga aggiunge un profondo ed intenso lavoro mentale per indurre alla consapevolezza ed agire tramite l’autocontrollo sui sensori tendinei ed articolari, inibendone le reazioni. Yoga e stretching non presentano quindi sostanziali differenze dal punto di vista prettamente muscolare. Le divergenze riguardano, piuttosto, gli obiettivi perseguiti che nello yoga sono fisici, psichici e mistici. Lo yoga mette in risalto la mente e l’importanza della concentrazione, mentre lo stretching si sofferma sullo studio degli esercizi solo da un punto di vista neuromuscolare ed articolare. NAMASTE’  Irongabry

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La respirazione diaframmatica nella vita quotidiana e nello sport

07 marzo 2018


Respirare è naturale, fondamentale. Eppure....siamo certi di respirare correttamente?Questa funzione fisiologica comune a tutti gli esseri viventi è alla base della vita, in quanto rappresenta l'unico mezzo attraverso il quale ottenere l'ossigeno necessario in tutto il corpo a livello cellulare. La respirazione presenta una caratteristica che la rende unica: può infatti essere sia involontaria che volontaria. Per gran parte della giornata noi respiriamo senza rendercene conto, secondo un certo ritmo, introducendo nei nostri polmoni una determinata quantità di aria ed espellendone altrettanta. Tuttavia, volendo, possiamo anche controllare il nostro respiro, ad esempio trattenendo l'aria ovvero controllando il ritmo, l'ampiezza e la durata di ogni singolo respiro. Questo è un punto di fondamentale importanza per il nostro benessere. La respirazione è infatti legata allo stato psicofisico della persona: nella quotidianità tutti abbiamo esperienza di come il nostro modo di respirare possa modificarsi in presenza di una forte emozione, di uno sforzo fisico intenso, oppure di uno stato di profondo relax come quando andiamo a dormire o comunque ci sentiamo in pace con il mondo. Fattori legati allo sforzo fisico ma anche alla sfera psicologica possono quindi influenzare il nostro modo di respirare. Una persona ansiosa tenderà ad avere una respirazione superficiale, poco profonda. al contrario, una persona calma e tranquilla avrà una respirazione piena, profonda e lenta.In tutto questo, un ruolo fondamentale è svolto dal diaframma.Il diaframma é una lamina muscolo-tendinea avente la forma di una cupola la cui convessità è rivolta superiormente verso il torace e la cui concavità è rivolta inferiormente verso l'addome. Esso è formato da un ampio tendine Centrale detto centro frenico dal quale originano oi fasci carnosi del muscolo che si inseriscono sullo sterno, sulle coste e sulle vertebre. Il diaframma presenta inoltre diversi legamenti che lo mettono in connessione anche con il cuore ed il colon; presenta inoltre orifizi attraverso cui passano l'aorta, l'esofago e la vena cava inferiore ( fonte Wikipedia).La respirazione corretta è quella diaframmatica. Tuttavia, poche persone naturalmente, respirano utilizzando il diaframma: spesso il tipo di respirazione è prevalentemente toracica non altrettanto efficace come quella diaframmatica. Sbloccare il diaframma infatti, permette di avere innumerevoli benefici sia a livello fisico che psicologico. L'uso del diaframma durante la respirazione ci permetterà infatti di avere maggiore controllo delle nostre emozioni e dello stress, oltre a permettere la gestione di problemi di natura fonatoria, digestiva, posturali.Pensate all'importanza della respirazione per una donna in travaglio: proprio controllando il respiro è possibile gestire meglio contrazioni e dolore. Per quanto riguarda la corsa, la respirazione diaframmatica svolge un ruolo fondamentale. Consideriamo infatti che la respirazione regolata dal sistema toracico, pur favorendo l'allogamento della gabbia toracica e quindi permettendo un maggiore afflusso di ossigeno, presenta tuttavia lo svantaggio di costringere i muscoli accessori ad un super lavoro, con conseguente indolenzimento e dolori muscolari specie al collo ed alla testa. Il diaframma sarà quindi poco attivo ed il respiro poco efficace.Utilizzando il diaframma ed effettuando la respirazione addominale, l'addome si espande e si ritrae mentre il torace fare dei minimi movimenti in maniera fluida. La respirazione diaframmatica durante l'attività fisica è fondamentale per ottimizzare la resa dello sforzo e ridurre l'accumulo di acido lattico. Le persone che non fanno sport, spesso lamentano il cosiddetto fiatone anche in seguito a movimenti di scarsa intensità. Ciò è dovuto anche ad uno scarso o nullo allenamento dei muscoli respiratori e del diaframma che sarà bloccato. Durante la corsa la respirazione dovrebbe avvenire principalmente con il naso e solo parzialmente con la bocca. attraverso il naso infatti, l'aria respirata viene riscaldata favorendo l'ossigenazione dei tessuti e dei muscoli, fornendo loro energia.L'aria riscaldata evita inoltre raffreddamenti al sistema respiratorio e scongiura il rischio di raffreddori o irritazioni, oltre a filtrare il pulviscolo atmosferico.Prendiamo la buona abitudine di ritagliarci dieci minuti del nostro tempo al giorno per eseguire degli esercizi che sbloccano il diaframma.  Vi suggerisco questo ESERCIZIO:Sdraiatevi supini, rilassatevi e cominciate a respirare.Prendete consapevolezza di voi stessi e del vostro respiro. Mettete una mano sulla pancia ed una sul petto e respirando dal naso, cercate di gonfiare solo la pancia lasciando fermo il torace. poi espirate con la bocca aperta e sgonfiate la pancia. Il torace deve essere il più possibile fermo. Al posto delle mani, potete anche appoggiare un libro sulla pancia e provare a sollevarlo durante la fase di inspirazione ed abbassarlo durante quella di espirazione. l'aria espirata deve essere calda, piena, delicata. Il respiro deve appena sentirsi. State lavorando con il diaframma. Occhio ai giramenti di testa ed all'perventilazione. In caso fermatevi e respirate normalmente. Pian piano che prenderete confidenza con il diaframma, provate ad eseguire lo stesso esercizio da seduti e quindi in posizione eretta.IronGabryTratto da http://www.my-personaltrainer.it/respirazione-diaframmatica.htmlTratto da http://www.my-personaltrainer.it/respirazione-diaframmatica.html

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Hai iniziato a correre? Occhio a questi errori!

15 gennaio 2018


TI sei convinto? Finalmente hai deciso di dare una svolta alla tua vita iniziando a praticare una sana attività sportiva quale la corsa? BENE! Saggia decisione, non te ne pentirai. E adesso? Ti prepari per la tua prima corsa ma concretamente cosa devi fare? Tiri fuori il primo paio di scarpe da tennis che ti capitano sotto tiro, ti vesti con la tuta pesante, con dell'abbigliamento in cotone? calze, quali? quelle belle colorate che metti per uscire?Occhio! se devi uscire a correre in questo stato, fai altro.Piuttosto, cosa fare?Iniziamo dalla scelta delle scarpe: mai, dico mai, correre con scarpe di ripiego o utilizzate specificatamente per altri sport ( vedi tennis o pallavolo). La scarpa da Running presenta delle specifiche tecniche che la rendono adatta a questo sport e va usata solo per correre, non per svolgere altre attività sportive in quanto ciò rischierebbe di comprometterne la funzionalità e le caratteristiche. Per trovare la scarpa da corsa più adatta alle nostre esigenze, rivolgiamoci sempre al personale specializzato dei negozi sportivi, che attraverso una analisi della postura e soprattutto dell'appoggio, ti indirizzerà nell'acquisto della scarpa giusta per Te. Ti ricordo che scarpe sbagliate non solo potrebbero causare vesciche a tagli, ma anche infiammazioni diffuse, dolori alle ginocchia e caviglie, nella migliore delle ipotesi. Inoltre, le scarpe da corsa vanno cambiate ogni tot di km ( io in genere ogni 600 km) in quanto nel tempo perdono ammortizzazione e quindi non sono più efficienti ed in grado di proteggere la corsa.( ti rimando ad un mio precedente articolo https://irongabry.it/2016/02/29/come-scegliere-le-scarpe-da-running-1-parte e https://irongabry.it/2016/03/02/come-scegliere-le-scarpe-da-running-2-parte )Passiamo all'abbigliamento:mi capita frequentemente di vedere runners principianti allenarsi eccessivamente coperti. Questo non va bene, neanche con temperature fredde. Se nella stagione estiva va bene un pantaloncino ed una canotta ( in realtà a me va bene cosi anche a gennaio) d'inverno è bene vestirsi a strati. I negozi specializzati hanno tutto quello che occorre al nostro scopo, con maglie intime, giacche, antivento, softshell, ma sempre in relazione alle temperature esterne. Se devo proprio indossare qualcosa di più pesante ad esempio, preferisco un pantalone lungo o tre quarti quando esco per fare ripetute o allenamenti veloci per mantenere i muscoli al caldo. Meglio sentire freddo all'inizio dell'allenamento che partire troppo pesanti: il corpo man mano che si corre produce calore, dopo pochi km si sta bene anche in maniche corte e con 5 gradi. https://irongabry.it/2017/10/04/hai-iniziato-a-correre-non-mollare-con-larrivo-del-freddostay-motivatedD'estate invece, mi capita di vedere runners che si allenano con il k-way addosso malgrado ci siano temperature roventi. Sfatiamo un mito: non si dimagrisce cosi. si perdono solo liquidi preziosissimi. Il dimagrimento è frutto di allenamento, alimentazione corretta, giusto riposo. Non serve a nulla sudare impacchettandosi con 40 gradi rischiando la salute.( dai un'occhiata https://irongabry.it/2016/04/12/correre-con-il-caldo-niente-paura)La scelta dei capi: ormai in commercio esistono capi tecnici in grado di mantenere la temperatura corporea costante in qualsiasi stagione, che permettono al sudore di evaporare in modo tale da far traspirare adeguatamente la pelle ed evitare colpi di calore o sensazioni di freddo. MAI usare capi in cotone, che determinano una sudorazione eccessiva, con capi inzuppati ed appesantiti a cui si associa il rischio di raffreddarsi in caso di soste anche brevi, oltre il rischio di belle irritazioni nelle zone più delicate del nostro corpo. Un accorgimento sara quello di portare dei vestiti di ricambio se il luogo in cui si corre è lontano da casa e cambiarsi immediatamente alla fine dell'allenamento. Accessori:Cuffie: hanno senso, soprattutto per i principianti che potranno trovare nella musica l'iniziale stimolo o la giusta motivazione ( specie nel caso di allenamenti in solitaria).Cardiofrequenzimetro: ormai accessorio indispensabile, ne esistono di tanti tipi e con caratteristiche tecniche differenti. Valido strumento immancabile al polso di ogni runner, all'inizio in realtà se ne può fare anche a meno. Man mano che gli obiettivi diverranno sempre più ambiziosi, sarà invece opportuno possederne uno ( dai un'occhiata a questo articolo https://irongabry.it/2017/05/24/luso-del-cardiofrequenzimetro)IronGabry

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Come preparare la mente alla gara ed essere più consapevoli di noi stessi

12 dicembre 2017


Ansia da gara. Chi più chi meno, esperti o principianti, tutti prima o poi abbiamo vissuto questo momento.Sicuramente una certa ansia durante la preparazione o prima della gara può essere utile per mantenere alta la motivazione e darci la giusta adrenalina, una sorta di ansia "buona e produttiva". Ma cosa fare quando i pensieri sono tali da...bloccarci e farci sentire insicuri tanto da pregiudicare allenamenti e performance?Come acquisire maggiore consapevolezza in noi stessi?E' un dato di fatto: una maggiore auto consapevolezza, che ci permetta di valutare in concreto il nostro impatto sugli altri, è un enorme vantaggio per ottenere equilibrio in tutti gli aspetti della nostra vita. Essere innanzitutto " onesti" fino in fondo  con noi stessi ci consentirà di stabilire quali sono realmente le nostre possibilità, comprendendo maggiormente quello che stiamo facendo, le possibili opzioni a nostra disposizione ed i risultati che vorremmo raggiungere. Sostanzialmente, se noi pensiamo di non poter fare qualcosa, questo è proprio ciò che normalmente accade. Tanto nello sport quanto nella vita di tutti i giorni. E' provato che a causa della connessione corpo-mente, il corpo faccia ciò che la mente ha determinato, o comunque ne sia fortemente condizionato. Pertanto, acquisire maggiore auto consapevolezza significa avere ben chiaro in mente ciò che può essere conseguito e successivamente, concentrarsi sul COME conseguirlo. Nel caso specifico dello sportivo qual è l'obiettivo che vuoi conseguire? Un personal best in una gara? concludere la tua prima 10 km? tagliare il traguardo di una maratona? Sai cosa bisogna fare? " SOGNARE AD OCCHI APERTI"! Detta così, potrebbe lasciarti perplesso, ma considera una cosa: proprio il sognare ad occhi aperti ci permette in qualche modo di avere un'idea del modo vogliamo realizzare il nostro obiettivo.Naturalmente, questa prima immagine di te che vinci la maratona dovrà un attimo essere ridimensionata e calibrata in relazione alle tue reali capacità e possibilità. Per farti un esempio: potrei sognare di vincere la maratona, ma praticamente mi rendo conto che attualmente con i mezzi che ho non mi è possibile realizzarlo. Posso tuttavia mirare a concluderla sotto le 4 ore. Maggiore autoconsapevolezza per migliori risultati concretamente conseguibili. E' fondamentale il ruolo giocato dall'immagine che ognuno ha di se: dal sognare ad occhi aperti, all'individuazione delle nostre abilità e dei talenti, all'immagine positiva che trasmettiamo agli altri e che deve essere congruente con la nostra immagine interiore, alle credenze limitanti che possiamo superare. Esiste una tecnica che permette, giorno dopo giorno, di migliorare la tua autoconsapevolezza, concentrandoti su due aspetti specifici: l'aspettativa di se e l'immagine di se. Bastano dieci minuti al giorno.Trova un posto tranquillo e mettiti in disparte. Appena raggiungi uno stato di calma, prova a visualizzarti mentre raggiungi un successo in ambito sportivo ( immagina di tagliare il traguardo, ad esempio). Immagina questo risultato con tutti i sensi, e pian piano, focalizza la tua attenzione sulle emozioni, sensazioni positive che provi. dovresti avvertire anche una forza immensa attraversarti il corpo e una sensazione di leggerezza e di benessere. Tieni questo stato mentale, percepiscilo bene, fallo tuo. Esci dallo stato mentale e torna nella realtà. Chiudi gli occhi e recupera lo stato mentale di prima. Esci dallo stato mentale di benessere e torna nella realtà. Come ti senti?Prima del gran giorno della tua gara, fai questo lavoro. Entra nello stato mentale del vincitore e vai!! Vedrai la differenza. Naturalmente, è una tecnica che possiamo applicare nella vita di tutti i giorni, prima di un evento importante, un colloquio di lavoro, un esame.FUNZIONA!!! Irongabry

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Scende la pioggia ma che fa...

18 novembre 2017


Toh piove! Dilemma: vado a correre o resto a casa?? È statisticamente provato: l'evento atmosferico più bloccante per il runner ( non solo principiante) è lei: LA PIOGGIA! Come se correndo sotto l'acqua dovessimo scioglierci da un momento all'altro. In effetti, fin da piccoli siamo stati abituati a rifugiarci dalla pioggia: perfino durante i temporali estivi quante raccomandazioni venivano date del tipo " attento, piove" " guarda che sta piovendo dove vai rischi di bagnarti" oppure ai primi accenni di pioggerella via a ripararci sotto qualche balcone o correre il più veloce possibile con il rischio di scivolare per "salvarci" dalla pioggia. Ora,a parte il discorso di messa in piega che la pioggia danneggia irrimediabilmente, a parte il discorso di una normale giornata lavorativa dove in effetti il rischio di rimanere bagnati per tutto il giorno non è...ehm...molto comodo, a parte violenti nubifragi dove in effetti è meglio stare comodi al chiuso, per il resto e soprattutto per gli allenamenti la pioggia non deve rappresentare un ostacolo. Certo, bisogna abituarsi, anche mentalmente a correre sotto l'acqua.E poi...quale abbigliamento scegliere? Per esperienza personale, mi ricordo la mia prima gara dove per il freddo e la pioggerella mi sono presentata al via con 4 felpe e un k-way oltre al cappellino.Temperatura 4 gradi. Beh all'inizio niente male, tutti battevano i denti io stavo bene..all'inizio. Una volta partiti, dopo pochi km mi sono letteralmente surriscaldata. Non sopportavo più nemmeno il cappello. Se si aggiunge che abbiamo pure sbagliato strada... Ma questa è un'altra storia.Tutto questo per dire che anche in presenza di condizioni meteo avverse, non bisogna appesantirsi nell'abbigliamento. Correre sotto la pioggia non richiede di indossare un k- way o una qualsiasi giacca impermeabile perché non permette alla pelle di traspirare. Potreste optare per una giacca tecnica adatta alla pioggia ma vi assicuro che dopo qualche km non la sopportereste per il caldo. Ricordate che il corpo produce calore durante la corsa. Anche se all'inizio si avverte freddo, poco dopo aver iniziato l'allenamento questa sensazione resta uno ricordo.È questione di abitudine. Ormai riesco a correre in maglietta e pantaloncini anche sotto una bella pioggia costante (n.b. Non temporale forte o nubifragio in quel caso per sicurezza sto al chiuso magari facendo una seduta di palestra). L'importante è cambiarsi immediatamente una volta terminato l'allenamento e nel caso di capelli bagnati tamponarlo ed avvolgerli in un asciugamano asciutto nell'attesa di asciugarli con il phon.Correre sotto la pioggia trasmette un senso di libertà pazzesco. Le goccioline man mano non si avvertono più diventano un tutt'uno con il nostro corpo. La pioggia mantiene la temperatura corporea costante ed evita che il corpo si surriscaldi. Recentemente ho corso una mezza maratona sotto l'acqua: bellissima gara, senza bisogno di spugnature e con bisogno di bere ridimensionato.E non è vero che la pioggia sia necessariamente sinonimo di malanno: ammalarsi dipende dagli sbalzi di temperatura non dalla pioggia in se. Con gli opportuni accorgimenti, evitando di rimanere per troppo tempo con gli abiti inzuppati o i capelli bagnati e non esponendosi a correnti d'aria, correre sotto la pioggia può anzi contribuire a rafforzare il sistema immunitario.Nota negativa: le scarpe inzuppate dalla pioggia diventano pesantissime e si corre il rischio di ritrovarsi con delle vescichette. Ma l'applicazione di pomate antisfregamento può scongiurare questi ultimi spiacevoli inconvenienti.alla prossima!Irongabry

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motivazione e sport: Enjoy your life!

18 novembre 2017


La motivazione, nello sport così come nella vita quotidiana è la chiave di tutto. Essere motivati, curiosi ed entusiasti nella propria quotidianità permette di vivere meglio e di ben orientarci verso la realizzazione di obiettivi prefissati.Hai presente quando, all’inizio dell’anno nuovo o al rientro dalle ferie estive, ti senti carico pieno di energie e ti proponi dei traguardi da raggiungere? Che sia imparare una nuova lingua o perfezionare una già conosciuta, suonare uno strumento, intraprendere un nuovo corso di studi, una dieta o uno sport, ti senti pronto a ripartire pieno di buoni propositi, complice il riposo o la semplice idea ben valida de ” anno nuovo vita nuova”.Questo iniziale entusiasmo deve essere adeguatamente sorretto dalla motivazione, dalla costanza nel tempo, altrimenti con il passare dei giorni tenderà ad affievolirsi sempre più, “perdendosi per strada”. E’ possibile che tra i vari obiettivi prefissati taluni vengano in effetti abbandonati, magari perché in corso di causa ti rendi conto che ” non fa per te”. Non preoccuparti, concentrati sulle cose e sulle attività che veramente ti aggradano e fanne tesoro.Essere motivati vuol dire avere un perché nel perseguire determinati scopi. E questo perché deve essere più forte di tutte le difficoltà che incontrerai per giungere alla loro realizzazione. Ma anche nell’abbandonare una determinata attività, dovrai comunque avere una motivo che ti spinga a farlo. In altre parole, la motivazione è il complesso di quelle dinamiche comportamentali e psichiche intrinseche ed estrinseche che inducono l’individuo al compimento di una determinata azione.La paura di fallire o di essere giudicato è sempre dietro l’angolo: tuttavia devi “iniziare a fare”, considerando il fallimento possibile ma non inevitabile ( che poi non esiste il fallimento, piuttosto feedback ovvero delle informazioni che otteniamo dall’esperienza che ci permettono di crescere e di ricominciare, continuare e migliorare, imparando dai propri errori).Bisogna mettersi in gioco, nello sport come nella vita tendendo conto che la paura di sbagliare alimenta un circolo vizioso per cui non si fa niente per paura di non saper fare niente e dal quale è difficile uscire.Poniti degli obiettivi sia a breve che a lungo termine. Un consiglio? Prendi carta e penna e SCRIVILI, che siano obiettivi da realizzare entro la settimana, il mese, l’anno, metti giù tutto per iscritto: ti aiuterà a focalizzarli meglio.Ogni volta che persegui un obiettivo, PREMIATI! Che sia una fetta di torta, un bel paio di scarpe, l’ultimo modello di gps da polso, una serata al cinema! Accostare il piacere di un premio al risultato può aiutarti ad essere più motivato nel perseguimento degli obiettivi successivi.PENSA POSITIVO! Visualizza i benefici che potresti conseguire una volta raggiunto l’obiettivo e presta attenzione alle sensazioni di benessere che provi immaginando di conseguirlo.  Recupera questo stato mentale ogni qual volta ti senti scarico e demotivato e magicamente ritroverai tutte le energie!!Provare non costa niente!! A qualsiasi età! NEVER GIVE UP!Irongabry

alimentazione, benessere

Una bevanda che viene dall'oriente: il Chai Tea.

15 novembre 2017


L’estate è ormai un ricordo, è tempo di coccole invernali! A tal proposito, oggi voglio parlarvi del Chai Tea, una bevanda di origine indiana buonissima e ricca di proprietà. Se le spezie sono la vostra passione, questa bevanda sicuramente sarà di vostro gradimento in quanto annovera fra i suoi ingredienti il cardamomo, la cannella, il pepe nero, i chiodi di garofano, lo zenzero. Dall’India, oggi è una bevanda diffusa in tutto il mondo, con varianti nella preparazione ed ingredienti ( doveste capitare da Starbucks vi consiglio di provare il loro chai tea with milk, ha un gusto speziato piccantino molto molto buono).La parola chai in molte lingue significa te ed infatti il Chai Tea ( detto anche Masala Chai)è una bevanda a base di infuso di tè nero con una miscela di spezie e con l’eventuale aggiunta ( personalmente molto gradita) di una percentuale di latte ( io mi attesto solitamente attorno al 30% di latte sul totale di una tazza). Innumerevoli le sue proprietà grazie alle spezie che ne costituiscono l’ingrediente principale: la cannella nota per le sue proprietá tonificanti, stimolanti, antisettiche, antiossidanti, antiparassitarie ed ottimo aiuto per contrastare il diabete; il cardamomo, in grado di donare sollievo in caso di disturbi digestivi che comportino gonfiore addominale, antinfiammatorio delle vie respiratorie, antidepressivo naturale e stimolante del metabolismo favorendo il dimagrimento; lo zenzero: tonico, digestivo, antitumorale, efficace contro la nausea, utile contro gastrite ed ulcere intestinali, antisettico ed antinfiammatorio; i chiodi di garofano, antisettici ed antispasmodici, dalle proprietá antinfiammatorie, efficaci contro il mal di denti con proprietà analgesiche; il pepe nero utile per favorire la digestione ed il metabolismo grazie alla piperina, l’alcaloide in esso contenuto. Le spezie sopra elencate favoriscono inoltre la termogenesi che rende il Chai Tea un ottimo coaudivante nelle diete dimagranti oltre a favorire il benessere psicofisico grazie alla presenza di flavonoidi utili per contrastare l’invecchiamento.Per quanto riguarda la sua preparazione, ci sono varie modalità. Personalmente seguo questa ricetta e preparazione:INGREDIENTI:1stecca di cannella o mezzo cucchiaino di cannella in polvere;mezzo cucchiaino raso di cardamomo;mezzo cucchiaino di zenzero in polvere o 2 cm di zenzero fresco;sette chiodi di garofano;7 grani di pepe nero;una bustina di tè nero;latte ( io ne metto circa il 30% della tazza ma andate secondo vostro gradimento);miele o stevia;Per prima cosa mettete a bollire l’acqua dove poi metterete in infusione il tè nero e tutte le spezie per una decina di minuti. Non mettete molta acqua soprattutto se dopo andrete ad aggiungere il latte: deve essere un bel tè nero fortemente speziato ( attenzione a non prolungare troppo i tempi di infusione o la bevanda potrebbe risultare amara). A parte mettete a scaldare il latte. Successivamente incorporate il tè al latte dolcificate con miele o stevia ( no zucchero). Il Chai Tea with milk è pronto ed è perfetto per scaldarsi con le temperature invernali! Provare per credere!Irongabry

corsa, benessere, nuoto

Sono andata a correre e ora le mie gambe sembrano dei macigni. Come recuperare bene ed in fretta?

04 novembre 2017


Se potessi, correrei tutti i giorni. Ed in effetti, un tempo tendevo a fare così senza comprendere che in realtà un simile approccio fosse completamente errato e controproducente. Così, dopo aver sperimentato sulla mia pelle il sovrallenamento ( ti rimando ad un mio precedente articolo), ho compreso quanto il riposo sia importante. Al pari dell'allenamento. E' infatti durante la fase di recupero che avviene il processo di riparazione delle fibre muscolari, per cui i nostri muscoli diventano più forti e resistenti, in grado di sostenere l'allenamento successivo. Ma in pratica, come si effettua il recupero?Sul punto, bisogna innanzitutto valutare il grado di allenamento: un principiante avrà sicuramente bisogno di tempi di recupero più alti rispetto ad un veterano della corsa. Sarebbe opportuno ad esempio, alternare un giorno di allenamento ad un giorno di riposo.Il recupero potrà essere passivo, quindi pausa totale dall'attività fisica, o attivo attraverso la pratica di attività diversa da quella principale. Ad esempio, io sono solita alternare la corsa con una sessione di nuoto o di bicicletta: i muscoli coinvolti ed il gesto atletico è differente e consente di recuperare bene e in tempi rapidi mantenendo l'allenamento, eliminando gli scarti muscolari. Cosa fare dopo un allenamento?Durante la corsa, il nostro organismo perde liquidi, sali, grassi, glucidi e anche massa muscolare.Dopo una dura sessione di allenamento, è bene  innanzitutto bere. E questo assumendo la cosa più semplice ed efficace esistente in natura: l'ACQUA!! NO beveroni strani, pura e semplice acqua. a temperatura ambiente , mi raccomando. Quindi cura  l'alimentazione assumendo carboidrati (.anche in forma liquida) entro 30 min dall'allenamento: questo per reintegrare il glicogeno perso che rappresenta la benzina del nostro corpo. Avete presente il muro del 30km di cui si parla con riguardo alla maratona? Fa proprio riferimento all'esaurimento delle scorte di glicogeno a disposizione del nostro organismo che naturalmente durante una maratona finirebbero appunto attorno al tanto temuto 30 km ( curando l'integrazione in gara si affronta il 30 km in tranquillità, niente muri). Se finisce la benzina, ci si ferma. Successivamente, integra con proteine ( carne, uova, legumi....) che sono i mattoni dei muscoli, entro 45-50 minuti dall'allenamento. Anche la frutta secca aiuta a recuperare. Appena possibile, sdraiati e solleva le gambe. resta in questa posizione un paio di minuti ti aiuterà a rilassare i muscoli, per smaltire l'acido l'attico favorendo il microcircolo ed il ritorno venoso. Può essere utile anche l'utilizzo di calze a compressione, in grado di attutire la sensazione di gambe dure e pesanti.Fondamentale è DORMIRE: è durante il sonno che i muscoli  si rigenerano ed il nostro organismo ripara i danni provocati dall'allenamento. Soprattutto dopo un allenamento intenso, particolare attenzione dovrà essere prestata al sonno notturno della notte seguente: il consiglio è quello di andare a letto un pò prima e dormire il più possibile. Potendo,. si dovrebbe dormire circa 8 ore a notte.Si potranno eseguire inoltre, esercizi con il foam roller e lo stretching o attività come yoga o pilates, che permettono ai muscoli di allungarsi dolcemente recuperando l'elasticità compromessa dal lavoro muscolare.Irongabry

sport, corsa, benessere

Allenamento a suon di musica

20 ottobre 2017


Allenamento e musica...Binomio perfetto? dipende.Sul punto, le opinioni contrastanti non mancano. Ci sono soprattutto due differenti scuole di pensiero:Da una parte, c'è chi ritiene che correre ascoltando musica in qualche modo "inibisca" il gesto atletico. L'ascolto di un brano musicale infatti, può essere in grado di suscitare in noi emozioni particolari in grado di alterare la percezione della fatica: tuttavia, la conseguenza diretta sarebbe che tendendo a rilassarsi, il corpo non sarebbe in grado di spingere al massimo.  L'uso della musica in qualche modo ci distrarrebbe, non potendo il nostro cervello fare bene più cose contemporaneamente e quindi ascoltare un brano musicale distoglierebbe la nostra attenzione sulla postura, tecnica di corsa, fiato, battito cardiaco...il vantaggio sarebbe pertanto soltanto illusorio.Ciò che è vero, è che in generale la musica influisce sul nostro umore, ma questo non sarebbe sempre positivo nel caso di prestazione atletica. Al contrario, c'è chi ritiene che grazie alla musica si realizzerebbe un effetto simildopante: attraverso le sensazioni provocate dall'ascolto della musica ed alla percezione di minor fatica,  secondo questo orientamento, Il nostro corpo sarebbe in grado di incrementare la performance sportiva attraverso l'ascolto di determinati brani.La corsa ti forma, plasma il corpo e la mente, ti permette di acquisire maggiore consapevolezza delle tue possibilità e dei tuoi limiti.La percezione della fatica ad un certo punto dell'allenamento è fondamentale per ottenere questo risultato e l'uso della musica può in qualche modo falsare le sensazioni che si provano.Vero è che, nei momenti di difficolta, quando tutto sembra volerti dire di mollare, ascoltare un brano musicale con un certo ritmo può aiutare la nostra mente a ritrovare l'energia necessaria per ultimare l'allenamento. Spesso questo avviene negli allenamenti lunghissimi, soprattutto nel caso di principianti, per evitare che fatica e noia possano prendere il sopravvento.  Con il tempo, si impara ad ascoltare unicamente il proprio corpo.La scelta di certi brani musicali con un certo beat, può essere d'aiuto per impostare e mantenere un determinato ritmo di corsa, quasi come se la musica svolgesse la funzione di scandire i nostri passi come una sorta di metronomo. In effetti, in questo caso ascoltare dei brani può rivelarsi molto utile. Un brano musicale può a seconda della melodia e del ritmo eccitarci, stimolarci, ma anche deprimerci, renderci nostalgici, farci addirittura piangere. Un brano apparentemente grintoso, potrebbe rievocare in noi stati d'animo tutt'altro che piacevoli, ed essere pertanto, talvolta, controproducente. Fece scalpore il divieto introdotto nel 2007 dalla federazione americana di atletica sull'impiego di auricolari durante la Maratona di New York. Inizialmente interpretato come divieto introdotto per motivi di sicurezza, successivamente la federazione chiarì che tale divieto era stato introdotto per evitare di concedere vantaggi a coloro che correvano ascoltando musica. Quindi musica come doping?Personalmente, ho una particolare predilezione per la musica. Saranno i miei studi musicali, approfonditi su più fronti,  ma soprattutto una predisposizione naturale, ma sono molto molto sensibile alla musica, Devo dire che durante la corsa i brani cosiddetti di " uplifting groovie" sono assolutamente capaci di darmi una marcia in più, Soprattutto nei momenti di difficoltà ( o durante i lavori noiosi in pista) ma anche nella vita di tutti i giorni. Ascoltare certi brani possono essere in grado di farmi cambiare umore in pochi secondi. Se ho trascorso una brutta giornata, a volte mi basta ascoltare un brano e in pochi secondi sto da favola!!!! In genere cerco di allenarmi senza uso di auricolari, ma li porto con me. Preferisco utilizzarli solo nel caso in cui avverto un momento particolare di stanchezza o crisi,  E' sempre bene abituare bene la mente a reggere la fatica senza l'uso di musica.Se ascoltando una canzone per la prima volta sento che suscita in me una certa energia positiva, nel giro di poco tempo si trova già nella mia playlist per correre. Se poi mentre lo ascolto mi viene la pelle d'oca allora è  perfetto!!!! A volte basta un certo ritmo o un particolare giro di basso, per ritrovare la giusta motivazione con la musica!!! Nel caso in cui si decida di correre con gli auricolari, il consiglio è quello di mantenere un volume relativamente basso o di optare per modelli che non annullino completamente i suoni esterni. Soprattutto quando si frequentano strade trafficate o posti troppo isolati, la prudenza non è mai troppa. La musica può essere fonte di numerose distrazioni. Ascoltiamo il ritmo del nostro cuore e dei nostri passi. Irongabry

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Corro, dunque sono.

06 settembre 2017


Nella frenesia della vita quotidiana, fatta di continue decisioni, di alti e bassi, c'è un momento in cui tutto si fa chiaro, la mente si rilassa, i pensieri negativi magicamente si allontanano: questo momento si chiama corsa.Dopo una giornata infinita fra lavoro e casa, in preda alla stanchezza più totale, smessi i miei abiti da lavoro, infilo le scarpe da running e vado a correre. Anche con le più fredde temperature, anche se la mia mente preferirebbe immaginarmi sul divano al caldo di una coperta a sorseggiare una bella tazza di te caldo. Invece NO! Sfido la mente, vado a correre. Con qualsiasi condizione meteorologica, una corsa fa sempre bene. I primi km non sono sicuramente facili: stanchezza, pensieri negativi che affollano la mente, dolorini posturali ovunque, troppo freddo o troppo caldo....insomma ogni scusa per mollare e tornare a casa è sempre buona.Tuttavia, superata questa fase di crisi iniziale in cui bisogna stringere i denti ed andare avanti, non appena entreranno in circolo le endorfine, correre sarà tutta un'altra storia.Via la tristezza e la rabbia, i pensieri negativi si dissolveranno...o forse no, ma sicuramente una bella corsa regalerà un momento di relax mentale che magari ci aiuterà a focalizzare meglio le possibili soluzioni.La corsa non è la panacea per tutti i mali, correre non fa magie. Ma aiuta.Un corridore sa cosa vuol dire essere resiliente, conosce bene la fatica al limite del reggersi in piedi, andare avanti malgrado le difficoltà, cosa vuol dire avere un obiettivo e cercare ad ogni costo di raggiungerlo. Nella corsa come nella vita. La corsa rafforza la psiche attraverso le regole, imparando ad avere costanza e regolarità nel rispettare la tabella di allenamento, la tolleranza al dolore ed alla fatica, la capacità di riuscire a trovare nuova motivazione anche quando tutto non sembra andare secondo le nostre aspettative.Quindi correre non solo come approccio fisico, ma anche e soprattutto mentale che porti ad una piena e totale conoscenza di se, dei propri limiti e di come superarli, per affrontare il mondo con maggiore leggerezza mentale. Esiste una forte connessione fra attività fisica e benessere cognitivo. L'attività fisica permette la formazione di nuovi neuroni: bastano 30 minuti di corsa per stimolare la produzione si nuove cellule cerebrali ed avere una mente sempre giovane ed efficiente.Come si dice, " mens sana in corpore sano".Ovviamente, ciò non è sempre facile.Ci sono volte in cui mi sembra di spaccare il mondo, ed altre in cui mi chiedo ma chi me lo ha fatto fare??? Però alla fine...continuo a correre. Perché è questo il modo migliore di vivere. Sempre avanti, un passo dopo l'altro. Senza voltarsi indietro o si rischia di cadere o prendere un palo in faccia. Chi si ferma è perduto.La corsa è il mio momento di libertà. Irongabry"Alla fine non solo non sentivo più la stanchezza, non potevo neanche più formulare pensieri del tipo ‘chi sono?’ o ‘cosa ci faccio qui?’ Non mi rendevo conto, come invece avrei dovuto fare, che c’era in tutto ciò qualcosa di strano. L’azione di correre mi aveva portato in un territorio quasi metafisico. Prima di tutto esisteva la corsa, e in funzione della corsa esistevo io. Corro, dunque sono".(Haruki Murakami)

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runner in gamba!

27 giugno 2017


Dopo un allenamento, soprattutto di una certa intensità, non vi nascondo che anche salire o scendere le scale diventa difficoltoso ( a volte un vero e proprio incubo): e gambe sembrano macigni, come se avessi perennemente le cavigliere da un kg attaccate. Questa sensazione di gambe pesanti mi accompagna per qualche giorno per poi passare e rendere le mie gambe più forti di prima.Riesco, data ormai l'esperienza, a capire quando i dolori muscolari siano " di ordinaria amministrazione" dopo un duro allenamento, oppure se ci sia un principio di infortunio.Questo è molto importante, dal momento che in presenza di dolori muscolari post allenamento " ordinari" ,si può comunque proseguire con quanto previsto nella tabella. In presenza di dolori diversi dal solito ( e un runner nella maggior parte dei casi lo capisce) è bene prendersi qualche giorno di riposo.  Il recupero muscolare a volte è la miglior medicina. Quando il dolore sopraggiunge in modo progressivo durante un allenamento di resistenza, ad esempio un lungo, potrebbe trattarsi di affaticamento muscolare. Una condizione fisiologica comune, che tuttavia è necessaria per poter ottenere un risultato " allenante". Nel post allenamento, soprattutto quando faccio qualcosa di diverso, ad esempio ultimamente mi è capitato dopo un allenamento di 30 km che prevedeva delle discese molto lunghe, la sensazione di rigidità muscolare e gambe doloranti è stata molto intensa. Per qualche giorno ho avuto forti difficolta ad alzarmi e sedermi, scendevo le scale al contrario...soprattutto i quadricipiti, che sono proprio i muscoli maggiormente sollecitati durante la corsa in discesa, mi davano tanto dolore! Di solito non assumo mai antinfiammatori, perché i dolori muscolari, i cosiddetti DOMS ( Delayed Onset Muscle Soreness), sono necessari all'allenamento. Infatti, il dolore è dovuto al fatto che le fibre muscolari, sollecitate dall'allenamento, si trasformano, adattano ai nuovi stimoli attraverso un processo infiammatorio del tutto necessario. Assumere un farmaco in grado di bloccare questo processo, sarebbe pertanto controproducente. Se si può resistere ai dolori, meglio farlo. Preciso che questi dolori vengono spesso scambiati per dolori da acido lattico : in realtà l'acido l'attico viene smaltito entro poche ore dall'allenamento; I DOMS hanno quindi una diversa origine.Il segreto in presenza di questi dolori è di non fermarsi ma cercare di recuperare il giorno successivo con un allenamento molto blando in grado di sciogliere i muscoli favorendo l'irrorazione sanguigna ai tessuti e lo smaltimento delle scorie accumulate, esercizi di recupero, foam roller e stretching. Personalmente prediligo il recupero attivo, alternando la corsa alla bicicletta ed al nuoto in piscina ( eh si un giorno di questi mi darò al triathlon).Se però il dolore dovesse presentarsi come particolarmente fastidioso o non regredire nei due tre giorni successivi all'allenamento impegnativo svolto, è bene prendersi qualche periodo di riposo maggiore e se del caso, valutare una visita medica per accertare che non si tratti di nulla di grave.NO PAIN NO GAIN!e per ora i miei muscoli gridano pietà....ed ancora è niente.IronGabry

sport, corsa, benessere

Il miglior amico degli sportivi: il FoamRoller.

15 giugno 2017


Da quando l'ho scoperto non riesco più a farne a meno.Questo cilindro di poliuterano con profilo liscio e puntellato è un toccasana per le mie gambe stanche ed affaticate dopo km su km fra gare ed allenamenti.Vi assicuro che dopo il suo utilizzo, le gambe ritrovano nuova energia, i muscoli sono più elastici il recupero muscolare è prontamente favorito. Soprattutto adesso, in preparazione maratona.Mike Ross Fisiologo del Gottlied Center for Fitness della Loyola University afferma: " Basta pensare ai muscoli come ad un fascio di fili: se c'è un nodo, allungarli significa stringerlo ulteriormente, mentre quello che serve è invece distenderlo. ed è proprio quello che permettono di fare i forma roller, distendendo la muscolatura e riducendo il rischio di infortuni".Prima di utilizzarlo, è bene eseguire un breve riscaldamento muscolare. Mai usare il forma roller a freddo su muscoli già duramente provati, potrebbe aversi l'effetto opposto a quello sperato. Una volta eseguito il riscaldamento, far scivolare il forma roller in tutte le direzionI lungo i fasci muscolari, ma risparmiate le articolazioni ( non passate, ad esempio, il foam roller sull'articolazione del ginocchio).Nel momento in cui avvertite dolore o sentite la presenza di contratture muscolari, è proprio in quel punto che dovrete insistere di più, passando più volte il foam roller con movimenti lenti ed esercitando una certa pressione, per favorire l'elasticità del muscolo e la rottura della contrattura muscolare. Fa malissimo, soprattutto durante i primi utilizzi quando i muscoli sono super contratti. Nel tempo, invece, ne avrete gran beneficio recuperando l'elasticità muscolare. i dolori saranno via via meno intensi. Avrete la sensazione di "gambe nuove". Solo allora potrete eseguire anche degli esercizi di stretching mirati.L'uso del foam roller deve essere quotidiano, Consiglio di utilizzarlo sempre dopo l'allenamento e non in prossimità di una gara. Con una spesa irrisoria e comodamente da casa, è possibile risolvere piccoli problemi muscolari, recuperando elasticità e tonicità muscolare.Il suo utilizzo è importante anche per contrastare la cellulite, favorendo l'irrorazione sanguigna ai tessuti.Il foam roller è indicato sia per gli sportivi, sia per chiunque voglia mantenere elasticità e tonicita muscolare!Irongabry

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il sovrallenamento

08 giugno 2017


Brutta cosa il sovrallenamento. proprio brutta.Sperimentato personalmente nel 2014 dopo aver gareggiato in un anno per 10 mezze maratone e 15 gare di provinciale senza che i miei muscoli fossero pronti. Più tutti gli allenamenti di corsa, di bici e nuoto....un massacro, che all'inizio non ho ben compreso, complice l'entusiasmo e le endorfine, ma che dopo un paio di mesi di allenamenti condotti cosi, mi ha presentato il conto: OVERTRAINING. Una condizione terribile, in cui non riuscivo ad allenarmi: gambe perennemente dolenti e stanche, entusiasmo ai minimi storici, raffreddore che passava e tornava, ritenzione idrica. Dopo appena tre km di corsa blanda ero costretta a fermarmi in preda allo sconforto più totale. Cosa caspita mi stava succedendo?Accertamenti vari, hanno permesso di individuare il problema: la causa della mia condizione di malessere era stata determinata dal troppo allenamento! il 2014 è l'anno in cui ho cominciato a gareggiare agonisticamente...ero giovane ed inesperta. Il sovrallenamento è una sindrome, un insieme di sintomi che si manifestano nel momento in cui esageriamo con l'allenamento. Il nome stesso lo dice. Andare oltre i limiti durante gli allenamenti serve per crescere, ma ci vuole anche il giusto recupero e riposo. Concetto che a molti fa storcere il naso. Anche a me....prima. Carichi di lavoro elevati devono sempre essere accompagnati dal recupero, attivo o passivo che sia, ma pur sempre recupero. Se non sei pronto..non puoi cimentarti con 2 mezze maratone a distanza di 15 gg. Lascia fare all'allenamento ed al recupero, nel tempo ci riuscirai...il sovrallenamento non va confuso con il semplice affaticamento muscolare. Per quest'ultimo bastano pochi giorni e si recupera, mentre il sovrallenamento è una condizione che persiste per almeno due settimane senza segnali di ripresa.Abbinando la giusta alimentazione e con i giusti tempi di recupero, ho pian piano ripreso ad allenarmi. Ora per fortuna è un lontano ricordo, nel 2016 ho corso la mia prima maratona a new York ed altri progetti sono in cantiere, ma il recupero per me è fondamentale. E proprio durante il recupero che ciò che si è fatto durante l'allenamento si consolida, le fibre muscolari danneggiate si riparano ed adeguano al nuovo sforzo. Il sonno è fondamentale: sarebbe bene riposare non meno di otto ore a notte.Quando possibile.Il riposo è amico dell'allenamento!Irongabry

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Oggi corro qui: LAMPEDUSA.

06 giugno 2017


Qualche giorno di relax ci voleva proprio.Viaggiare è una delle mie più grandi passioni. Ogni viaggio mi arricchisce, mi permette di aprire la mente e gli occhi, superando i pregiudizi e le chiusure mentali, mantenendo viva la curiosità ed il senso della scoperta, attraverso scambi con altre culture, tradizioni, modi di vivere. Dico sempre, meglio un bel viaggio di una borsa firmata. Noi siamo le nostre esperienze, i nostri ricordi, non i beni che possediamo. Quelli servono, ma non ci plasmano. I viaggi si.Da brava sportiva, neanche durante queste trasferte rinuncio alla corsa. D'altro canto, correre è uno sport semplice, bastano un buon paio di scarpe da running, una maglietta ed un pantaloncino... direi che nel bagaglio a mano lo spazio si trova.Così, questo weekend ho corso a LAMPEDUSA: isola situata nell'estremo sud italiano ( è più vicina all'Africa che all'Italia) quest'isoletta mi ha incantata per la sua semplicità e bellezza incontaminata. a parte il piccolo centro abitato infatti, il resto dell'isola che si estende per circa 20 km quadrati è fatto di ampi spazi disabitati ed incontaminati, caratterizzati da macchia mediterranea e totale assenza di alberi. Correndo ho avuto modo di visitare praticamente tutta l'isola!Procendendo verso ovest, lungo la strada asfaltata che parte dal centro abitato per circa 8km in direzione capo Ponente, ho corso in uno scenario praticamente desertico. Mi sono sentita veramente libera, i pensieri si sono magicamente dissolti alla vista di quella natura così incontaminata. Il percorso è prevalentemente su strada, con possibilità di sterrato lungo i vari sentieri che conducono alle varie cale fra cui Cala Pulcino ( con un sentiero visibile e ben tracciato di circa 1600m che si conclude sul mare) e soprattutto all'isola dei Conigli, dove la sosta ed il bagno rigenerante è d'obbligo ( acque azzurrissime e trasparenti). Il percorso si conclude, dopo un breve tratto di sterrato, a Capo Ponente, dove è possibile ammirare tramonti mozzafiato.Procedendo verso est, percorrendo la strada asfaltata poco fuori il centro abitato ( e con qualche albero in più) si arriva a capo Grecale, con traguardo al Faro di Lampedusa e paesaggio a picco sul mare. C'è poi la strada preferita da molti runners, che è quella che corre parallelamente alla pista dell'aeroporto e che conduce alla stupenda cala Francese con le sue spiagge bianche e acqua trasparente. Il percorso è su strada asfaltata con pendenze e falsi piani. Si conclude ancora una volta a picco sul mare, dopo aver percorso un breve tratto di sterrato in mezzo alla macchia mediterranea.La particolarità di quest'ultimo percorso è che spesso si assiste in diretta ed a distanza ravvicinata al decollo ed atterraggio degli aerei...una figata pazzesca!Porterò il ricordo di questa isola, della semplicità e cordialità dei suoi abitanti nel mio cuore per sempre.Oggi ho corso qui. Domani? Chissà.Irongabry.

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Essere resilienti: impariamo dagli sportivi!

22 maggio 2017


La resilienza è la capacità di adattarsi al cambiamento, resistere allo stress, di superare gli ostacoli e rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi. Il termine "resilienza" ha la sua origine in ambito prettamente tecnico, nel settore della metallurgia, e consiste nella capacità di un metallo di resistere alle forze che gli vengono applicate.In ambito personale, essere resilienti vuol dire andare avanti malgrado le difficoltà e le situazioni negative che possono presentarsi nella nostra quotidianità, con la convinzione che siano solo delle situazioni di passaggio, delle nuvolette passeggere che presto si dissolveranno.In questo, lo sport insegna molto: uno sportivo non si da mai per vinto di fronte alle difficoltà del momento, siano esse una salita impegnativa, la sensazione di stanchezza che avanza, condizioni meteo avverse, dolori muscolari, una sconfitta. In tutto questo, la maratona può ben definirsi come la metafora della vita: in quei 42195m trovi di tutto, emozioni diverse che si susseguono, stanchezza che sopraggiunge, dolori muscolari, duemila pensieri.. e tu sei lì e vai avanti per conseguire il tuo obiettivo,il tuo traguardo, nonostante tutto. La resilienza è, pertanto, una qualità fondamentale per il raggiungimento dei propri traguardi, tanto nello sport quanto nella vita di tutti i giorni. Essere resilienti significa mantenere fiducia ed ottimismo, affrontando in modo positivo difficolta ed ostacoli per perseguire i propri obiettivi, avere capacità di autoripararsi dopo un danno, guardando alla realtà in modo diverso e trovando vie d'uscita anche dove sembra non ve ne siano.La pratica sportiva insegna e potenzia la resilienza: fortemente motivato, il resiliente interpreta i vari cambiamenti come sfide ed opportunità piuttosto che come minaccia, combattendo e rialzandosi più forte di prima.Fondamentale per essere resilienti è coltivare la propria autostima: il resiliente conosce bene i propri valori ed i propri limiti, ha piena consapevolezza delle proprie capacità ( pensate ad uno sportivo durante una competizione che sa benissimo fino a dove può spingersi grazie alla perfetta conoscenza delle proprie abilità e segnali del corpo). Il resiliente non perde tempo a criticare o giudicare gli altri, perché sa benissimo che ognuno di noi è un unicum. Non prova invidia per gli altri, concentrandosi piuttosto sul proprio miglioramento, sia fisico che mentale. Di fronte ad un inevitabile cambiamento, il resiliente sa come ricominciare da capo.Andrà meglio la prossima volta.Nello sport, come nella vita: " più dura è la lotta, più grande è il trionfo".Irongabry 

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L’alibi (im)perfetto

01 febbraio 2017


Quotidianamente mi imbatto in conversazioni con persone che apprezzano la corsa, vorrebbero anche provarci, però….c’è sempre un però!Eh si, ricordate quel famoso detto ” FRA IL DIRE ED IL FARE C’È’ DI MEZZO IL MARE”?Ecco.La scusa più gettonata per non iniziare a correre è sicuramente la questione del tempo da dedicare alla corsa: in un mio precedente articolo al quale ti rimando, ho affrontato abbondamentemente l’argomento. Qui, voglio solo ricordarti che alla fine ognuno di noi ha a disposizione lo stesso numero di ore che sono state concesse a grandi personaggi come Einstein, Michelangelo… e sappiamo bene cosa hanno realizzato.E poi dai, la corsa ti potrà impegnare, giusto così per iniziare, dai 30 min ai 60 min due o tre volte a settimana. Fattibile….Quindi, sfatiamo questo alibi che non si trovi il tempo per correre: se vuoi puoi organizzarti, hai 24 ore al giorno a disposizione! NO EXCUSE! Magari potresti guadagnare del tempo da dedicare alla corsa prendendo la sana abitudine di alzarti presto al mattino….invece di oziare nel letto. D’altro canto, la corsa al mattino presto ha i suoi vantaggi: seppur non sarai sicuramente al top della forma, per via dei muscoli ancora addormentati dal riposo notturno, vuoi mettere la pace e la tranquillità che avrai e l’aria pura che respirerai? In più, veder l’alba é uno spettacolo unico che rigenera i sensi e ti prepara ad affrontare la giornata con nuova vitalità.Altra scusa nella top list delle scuse per non correr é il fattore meteorologico. “Fa troppo caldo” oppure ” fa troppo freddo” per correre, ” oggi volevo correre un pò ma ha iniziato a piovigginare”, ”  no no non corro é nuvoloso” e bla bla bla… ALLORA: posto che correre sotto la pioggia è ( per esperienza personale) una sensazione unica e liberatoria, se non esiste la condizione perfetta per correre, la si crea! Perciò,  non crearti troppi troppi mentali inutili, indossa le scarpe da corsa ed esci. Sole, vento, pioggia, caldo, freddo, neve sono delle variabili delle quali non deve fregarti proprio nulla!Altra scusa è quella del ” VORREI PROVARE A CORRERE, MA MI VERGOGNO DI FARMI VEDERE CHISSÀ COSA PENSERÀ LA GENTE”. Ma esattamente, cosa dovrebbe pensare “la gente”? E anche se fosse, è un problema loro non tuo. Ma poi “la gente” chi? “La gente” che non corre e non sa cosa si perde. Lascia stare, non ci pensare, vai a correre avrai solo da guadagnarci in benessere. Magari per qualcuno sarai un buon esempio. Chissà. La corsa è una cosa seria. È la miglior medicina.Solo tu, il tuo corpo e la tua mente. Irongabry

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YOU CAN DO IT!

30 gennaio 2017


Lo sport fa bene. Questo è un dato di fatto. Lo predico da sempre, lo pratico da sempre. Mi da gioia e tante soddisfazioni. Anche dopo una dura giornata di lavoro, cerco sempre di dedicare del tempo alla pratica della corsa ( il mio amore, ma anche nuoto e bici) per ritrovare nuove energie e scaricare lo stress quotidiano.Mi godo il panorama, il profumo del mare, il sole sulla pelle. Il miglior antidepressivo direi!! Una piacevole carica di endorfine che, se non risolverá magicamente le sfide quotidiane, quanto meno ci aiuterá ad affrontarle meglio ed a vincerle!Quante volte correre ( o camminare) a settimana?Diciamo che, se finalmente ti sei convinto che è meglio alzarsi dal divano e riprendere in mano il tuo stile di vita e migliorare il tuo benessere psicofisico, é sufficiente camminare ( o corricchiare, dipende dal tuo grado di allenamento) anche solo per 30 minuti al giorno, giusto per iniziare. L’ideale sarebbe farlo tutti i giorni ed in effetti, se ben ci pensi, non è così difficile da realizzare: usa le scale invece dell’ascensore, parcheggia la macchina più distante del solito dal luogo in cui dovrai andare, cammina piuttosto che prendere i mezzi di trasporto. Ti assicuro che, sebbene all’inizio potrebbe apparirti un’attivitá stancante, difficile o addirittura una perdita di tempo, piano piano imparerai ad apprezzare il fascino di una bella camminata, che ti permetterà di esplorare luoghi quotidiani in un’ottica nuova, con la scoperta di dettagli ai quali mai avresti pensato di fare caso. Con il passare dei giorni, potresti anche osare di più: aumenta gradualmente il tempo e la distanza percorsa, goditi le piacevoli sensazioni, respira, sorridi. Ogni progresso sarà un nuovo traguardo raggiunto! E ti sentirai una persona nuova, con tanta gioia di vivere! Se camminare quotidianamente non è nei tuoi progetti, potresti provare a farlo per due o tre volte a settimana, senza stress ma con costanza. La sensazione di benessere che proverai sarà tale che man mano non riuscirai più a farne a meno, e ti verrà naturale aumentare le uscite di cammino. Magari fatti accompagnare da qualcuno, almeno all’inizio. Troverai la motivazione o sará lei a trovare te! Sei pronto? Andiamo!Stay tuned!Irongabry

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Alzati e cammina!

29 gennaio 2017


Beh…il titolo rende l’idea.Il problema è che l’odierna societá spesso e volentieri ci impone di trascorrere tante ore seduti dietro una scrivania.. a questo si aggiunge il fatto che appena tornati a casa dopo una dura giornata di lavoro, non riusciamo a resistere al fascino del DIVANO: no no no, così non va!ALZATI E CAMMINA!Schiodati dal letto o dalla scrivania, c’è un mondo fuori che ti aspetta!!Il tempo per andare a correre si trova. Quante persone incontro che mi dicono: “a tu corri beata te che hai tempo”. Ecco, questa è una frase che non sopporto: “non ho tempo per…”. Che sia corsa o altro, il dire “non ho tempo per…” è quanto di più demotivante possa esistere. Dunque, facciamo due conti: un giorno dura 24 ore. Di queste 24 ore, circa otto le impieghiamo dormendo ( o così dovrebbe essere). Ne restano 16. In queste 16 ore, la corsa nello specifico puo impegnare dai 30 ai 60 minuti( o anche più dipende il tuo livello) per tre, quattro volte a settimana. Ma anche due tutto sommato se non hai pretese competitive, giusto per iniziare a fare qualcosa e volerti bene. E non si trova il tempo? La mia esperienza personale, per il tipo di lavoro che faccio, mi porta veramente ad impiegare gran parte delle mie 16 ore di cui parlavamo prima dividendomi fra lavoro ( che assorbe gran parte della giornata) famiglia e sport. Anche alla sera tardi trovo sempre un’oretta per allenarmi, magari avendo già preparato la cena o accontentandosi al rientro di quello che passa il convento. Non è facile, ma se una cosa si ama, come io amo lo sport, il tempo si trova. Sempre. Anche con il temporale. Fuori a correre! Ed è così anche nella vita. Trovate il tempo per fare le cose che vi piacciono. Impiegate quelle famose 16 ore ( orientative) per lavorare, sbrigare le faccende di casa, accudire figli, amare il proprio partner, fare sport, coltivare un hobby. Il tempo non torna indietro. La verità? Ne perdiamo tanto di tempo, ed inutilmente. E andiamo in tilt!. Relax, respira, organizza la giornata!! Il quotidiano non è tutto rose e fiori, gli imprevisti non mancano, ma per quel poco che ci è concesso, vogliamoci bene!Gabri F. 

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La mia colazione di stamane

21 dicembre 2016


Una colazione…diversa dalle solite! La colazione per eccellenza, soprattutto per noi italiani, è essenzialmente basata su cornetto e cappuccino, o comunque su cibi dolci.Premesso che non sono mai stata sostenitrice della colazione “all’italiana” anzi sono una delle, probabilmente poche persone, a cui non piacciono i dolci e non piacciono né cornetti ne cappuccino ( eresiaaaaa), voglio presentarvi la mia colazione di stamane. È un’idea per una colazione salata, per mangiare diverso dal solito ed assimilare tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno per iniziare bene la giornata.Di solito, apro il mio pasto mattutino con un frutto ( preferisco mangiarlo per primo perché si assimila meglio evitando gonfiori intestinali): stamane ho così mangiato una banana che per chi fa sport é un vero toccasana in quanto contiene sali minerali, zuccheri, vitamine per partire alla grande con il giusto sprint! Magnesio e potassio sono utilissimi per prevenire problemi muscolari e favorire il rilassamento sia fisico che mentale.Quindi è stato il turno di un bel vasetto di yogurt bianco naturale: zero zuccheri ( tanto già li ho assimilati con la banana) e tante proteine. Inoltre, lo yogurt contiene fermenti lattici vivi, utili per garantire il benessere intestinale e favorire la digestione. Le vitamine contenute nello yogurt sono utili per fortificare la salute di ossa, pelle e capelli.A questo punto dopo banana e yogurt ho mangiato….del salmone! Avete capito bene, del buon salmone che, considerando il periodo natalizio, sicuramente non mancherà sulle nostre tavole. Circa 150 gr. Di salmone per un ottimo apporto proteico e di grassi buoni ( il salmone contiene grassi omega3) utile per la salute di muscoli, cuore ed arterie. Magari all’inizio può sembrarvi non consono alla colazione, ma vi assicuro che è soltanto questione di abituare il palato. Fa benissimo.Quindi 3 fette biscottate bio integrali per chiudere il pasto per avere una giusta dose di carboidrati e fibre. I carboidrati preferisco sempre mangiarli a fine pasto per mantenere costante la glicemia.Per finire una bella tazza di tè verde, le cui innumerevoli proprietà sono state già descritte in un mio precedente articolo al quale vi rimando:)Il vantaggio della colazione salata? Permette di assimilare i nutrienti e le proteine di cui abbiamo bisogno evitanti picchi e successivi cali glicemici che ci porterebbero ad avvertire stanchezza e senso di fame già a metá mattinata che ci porterebbero ad assumere caffè succhi di frutta o altri dolci. La colazione salata ci permette di arrivare fino a l’ora di pranzo con ottimi livelli di energia e garantisce un potere saziante a lungo termine grazie al fatto che la glicemia, evitando zuccheri e troppi carboidrati, si mantiene costante.Buona colazione a tutti!Gabri F. 

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La mia maratona di New York

17 dicembre 2016


Ancora oggi non ci credo: il 6 novembre scorso ho corso la maratona di New York! La mia prima maratona. Un sogno finalmente diventato realtà, con tanti sacrifici, difficoltá anche per via degli allenamenti lunghi con 40 gradi all’ombra durante il periodo estivo però senza mai perdere di vista l’obiettivo che era chiaro e ben focalizzato nella mia mente. Eh già, perché la volontá, la forza mentale è fondamentale tanto quanto la forza fisica e anzi, proprio nei momenti in cui le gambe gridano basta fermati, è unicamente la mente, il vostro obiettivo focalizzato che è lì ad aspettarvi, a farvi andare avanti stringendo i denti fino alla fine. Per poi esultare, una volta tagliato il traguardo, in un misto di incredulitá ed euforia, fissando quella tanto sudata medaglia con le lacrime agli occhi e pensare CE L’HO FATTA! Sveglia alle 4. Colazione senza eccessi e via. Si parte direzione Staten Island. Siamo in tantissimi!!! Tutto è super organizzato e quasi non mi rendo conto della moltitudine di persone intorno a me. La zona partenza ha un servizio di sicurezza allucinante, mi sento tranquilla e rilassata. Wow, sto per correre la maratona di New York!Correre una maratona è così. Potrebbe paragonarsi alle vicissitudini della vita: in quei 42195 m. si susseguono pensieri, sensazioni, stati d’animo. All’inizio sei soprattutto euforico: alla partenza, dopo l’inno americano ed il colpo di cannone,avevo l’adrenalina a mille. Lo sguardo fiero in avanti verso la salita del ponte di Verrazzano a realizzare la bellezza dello spettacolo innanzi ai miei occhi, complice una giornata a dir poco stupenda, anche se ventosa.  Passato il primo ponte, dove sei solo coni tuoi pensieri, ecco finalmente inizia il tifo del pubblico nelle strade! Quello che mi era sempre stato raccontato, finalmente lo sto vivendo: la quantità di persone nelle strade è impressionante, la folla ci accoglie con un boato pazzesco: ovunque è musica, incitamento, allegria. Gente di ogni nazionalitá ai margini delle strade di New York pronta a darti il suo supporto. Lasciatemelo dire: UNA FIGATA PAZZESCA!! Io e mio marito abbiamo deciso di fare la maratona insieme fianco a fianco. I primi 21 km passano rapidamente e senza difficoltà, l’allenamento sulla mezza maratona è ormai consolidato, ne abbiamo corse parecchie, quindi andiamo avanti senza pensieri. Decidiamo di rifornirci di gel ogni 8 km e di bere ad ogni rifornimento.La strategia funziona.Il calore del pubblico ci fa compagnia, cerchiamo gli sguardi, le voci di connazionali che in italiano ci spronano ad andare avanti ( avevamo la canotta con scritto Italia). Attorno al 25esimo km mio marito avverte forti problemi intestinali, probabilmente dovuti ai sali minerali in connubio con lo sforzo fisico. Lo aspetto, recupera bene. Quindi passato questo momento di difficoltá, proseguiamo dritti verso la meta. Senza accorgercene arriviamo ai tanto temuti 30 km. Ma…il MURO NON ESISTE PER NOI! Certo, la fatica comincia a farsi sentire, però andiamo avanti ancora bene. La gente è sempre lì ad incitarci: un pubblico a dir poco spettacolare!35 km: cavolo, la fatica aumenta. Francesco sta soffrendo di più, forse si sarà disidratato a seguito del problemino avuto prima. Si stringono i denti e si va avanti. Le gambe cominciamo a farsi pesanti così cerchiamo di concentrarci sul pubblico e in generale su quello che ci circonda per distrarci dalle sensazioni negative che il nostro corpo vorrebbe mandarci.Ormai manca poco! Davanti a noi, una sig.ra piccoletta con una piccola gobba procede spedita nella sua gara. Scopriremo al termine che ha 85 anni.Poco più in là, un giovane con attaccato alla maglietta un cartello” I run for my mum”. Siamo quasi 70000mila, ed è affascinate soffermarsi sul fatto che ognuno di noi sia lì con la sua storia, con la sua motivazione. Non tutti sono atleti, c’è molta gente comune che corre ed affronta la maratona, ognuno di loro ha il suo perché. Così, arriviamo al 40esimo km: che fatica!!! Le gambe sembrano macigni, ma si corre ugualmente. Costeggiamo Central Park e soffriamo sul serio nel non riuscire a scorgere ancora il traguardo. MA DOV’È FINITO???? Il corpo vorrebbe fermarsi, ma la mente ci sorregge, ci spinge in avanti verso i 2 km e195m. che mancano ancora per realizzare il sogno. Le urla e gli incitamenti del pubblico diventano fondamentali per proseguire quando le energie stanno ormai per abbandonarti. ” GO GOOO!”” You can do it!!! ” FORZA ITALIA DAIII”. Così, ad un certo punto alzo lo sguardo e lo vedo: il traguardo è lì davanti a me! Mi viene da piangere e ridere allo stesso tempo. Quasi rallento per gustarmi l’arrivo: una sensazione stupenda ( ed ancora ora emozionante, credetemi)! Abbraccio Francescoe gli gridò CE L’ABBIAMO FATTA!!!! Guardò la medaglia al mio collo ancora incredula, la fissò più volte ed un sorriso ogni volta si illumina sul mio viso( anche adesso).Quello che posso dire oggi, a distanza di un mese e mezzo è che questa esperienza, seppur agli occhi di molti potrebbe sembrare banale, per me ha avuto un significato profondo. Mi sento profondamente arricchita,  sicuramente cambiata rispetto alla persona che ero prima della partenza. Grazie New York, resti sempre la città più bella del mondo. E i tuoi abitanti sono meravigliosi. L’Italia ha tanto da imparare. L’incitamento il calore della gente il rispetto per il runner senza distinzione di sesso è qualcosa di unico. L’amore per lo sport e per la corsa in particolare ma soprattutto il fatto che il runner sia valorizzato all’ennesima potenza insomma l’atmosfera di entusiasmo e libertà che si respira è unica! Avanti con i prossimi obiettivi!Gabri F.

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Bontá a tavola: La quinoa

17 dicembre 2016


Sembra un cereale…ma non lo é! La quinoa è una pianta appartenente alla famiglia delle chenopodiacee, imparentata con gli spinaci ed è un alimento ricco di proprietà, ottimo per l’alimentazione degli sportivi. L’aspetto ricorda quello della pastina ma non ha nulla a che vedere con quest’ultima: la quinoa è infatti un alimento privo di glutine e pertanto adatto all’alimentazione dei celiaci. Contiene una buona percentuale di sali minerali, ferro e vitamine ed un alto contenuto proteico tanto da rappresentare una valida alternativa alle proteine di origine animale. Altamente digeribile, è consigliato a sportivi, anziani, bambini e  donne in gravidanza ( ritengo che al di là di queste specifiche categorie di soggetti, tutti dovremmo inserire la quinoa nella nostra alimentazione).La quinoa è un alimento energizzante: 100gr. Di prodotto forniscono circa 350 calorie.Come si cucina?Il suo uso in cucina è particolarmente versatile: si può consumare a mò di zuppa, oppure realizzare delle polpettine, delle insalate fredde. Essendo ricoperta da una sostanza molto amara, la saponina, che ha una funzione protettiva evitando che la pianta sia attaccata dagli uccelli, vi consiglio VIVAMENTE e parlo per esperienza personale, di lavarla abbondantemente in acqua fredda prima del suo utilizzo ( ad esempio potreste versare la quinoa direttamente in un colino e lavarla sotto il getto d’acqua passandola fra le mani). Inoltre, considerate che tende ad aumentare decisamente di volume durante la cottura quindi non abbondate con le dosi ( nel mio caso poco meno di un bicchiere di plastica di quinoa mi permette di ottenere un bel piattone di prodotto cotto). Personalmente mi piace molto la quinoa preparata con le verdurine per la cui preparazione uso: Circa 65-70 gr. Di quinoa;Verdure a piacere ( pomodori, zucchine,  carote, melanzane ecc ecc);Metto a bollire la quinoa dopo averla sciacquata per bene sotto l’acqua fredda in un pentolino e la lascio cucinare per circa venti minuti. Poi la scolo e la metto a raffreddare. A parte preparo le verdurine, che siano lesse o grigliate. Alla fine metto tutto insieme et voilá  l’insalata di quinoa è pronta. In genere evito di abbinare alimento di origine animale essendo la quinoa un alimento già molto proteico di suo. Si può tranquillamente gustare fredda e conservare in frigo anche per il giorno successivo.Buon appetito!Gabri F.

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