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Oltre i limiti del corpo e della mente: storie di runners.

18 aprile 2020


Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare...

E questo periodo che stiamo vivendo è sicuramente uno dei più impegnativi e sfidanti che il mondo intero abbia mai affrontato.
Soprattutto il popolo degli sportivi, da sempre abituato ad inserire nella propria routine quotidiana sedute di allenamento all'aperto o nelle apposite strutture sportive, in questo momento sta gestendo una delle prove sicuramente più dure ed impegnative della propria vita, in cui ciò riesce davvero a fare la differenza è la forza mentale, unita ad una buona dose di resilienza. 
Mi piace molto utilizzare lo sport, in particolare la maratona, come metafora della vita. 
In effetti, le difficoltà non hanno paternità: siano esse propriamente di tipo sportivo o di qualsiasi altro genere, sono pur sempre delle difficoltà. Ciò che conta, e che fa la differenza, è il modo in cui vengono percepite dalla nostra mente e di conseguenza affrontate. Sicuramente, avere un approccio positivo ai problemi può aiutarci meglio a ragionare per trovare una possibile soluzione.

È il modo in cui accogliamo le difficoltà a fare la differenza: i campioni dello sport hanno una marcia in più perché capaci di accogliere le difficoltà quasi come una benedizione, ringraziandola e chiedendo cosa possono imparare da questa difficoltà per divenire degli atleti e delle persone migliori. In tutto questo, avere la consapevolezza di aver dato il massimo che potevamo, di aver messo tutto il nostro impegno, di aver utilizzato ogni fibra muscolare ed ogni neurone ci aiuterà a vivere in modo soddisfacente e senza alcun rammarico ( vi rimando al mio articolo http://https://irongabry.it/2018/05/28/impariamo-dagli-atleti).

E' la resilienza quale capacità di adattarsi al cambiamento, resistere allo stress, di superare gli ostacoli e rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi a caratterizzare l'approccio dello sportivo tanto allo sport quanto alla vita. 
La pratica sportiva insegna e potenzia la resilienza: fortemente motivato, il resiliente interpreta i vari cambiamenti come sfide ed opportunità piuttosto che come minaccia, combattendo e rialzandosi più forte di prima. Fondamentale per essere resilienti è coltivare la propria autostima: il resiliente conosce bene i propri valori ed i propri limiti, ha piena consapevolezza delle proprie capacità ( pensate ad uno sportivo durante una competizione che sa benissimo fino a dove può spingersi grazie alla perfetta conoscenza delle proprie abilità e segnali del corpo). 
Il resiliente non perde tempo a criticare o giudicare gli altri, perché sa benissimo che ognuno di noi è un unicum. Non prova invidia per gli altri, concentrandosi piuttosto sul proprio miglioramento, sia fisico che mentale. Di fronte ad un inevitabile cambiamento, il resiliente sa come ricominciare da capo.

Cosi, oggi voglio presentarvi le esperienze di Igor, Mimmo e Desy, che insieme ad altri simpatici amici gestiscono con grande successo il gruppo Facebook  RUNNINGMYCURE, per appassionati podisti e sportivi che quotidianamente postano le foto dei loro allenamenti, che della forza mentale e della resilienza hanno fatto due armi vincenti per gestire al meglio questo periodo di forte costrizione della nostra libertà di movimento ( pur sempre a tutela di un interesse superiore quello della salute collettiva) realizzando delle imprese che hanno a dir poco il carattere dell'eccezionalità.
Infatti, avendo a disposizione solo dei piccoli spazi casalinghi, questi tre ragazzi hanno concluso delle imprese sportive sulle medie e lunghe distanze ( mezza, maratona ed ultra maratona) veramente incredibili, che meritano di essere conosciute e celebrate.

E lo facciamo cosi, con le parole degli stessi atleti, attraverso delle brevi interviste.

Vi presento Igor, ex bodybuilder, che correndo all'interno di un piccolo fazzoletto di cemento ha affrontato e concluso delle sfide su distanze da mezzamaratona, maratona e ultra maratona.


Ciao Igor, parlaci di te:

"Mi chiamo Igor, corro da poco, circa 4 anni. Vengo da un lungo passato da bodybuilder, ho sempre odiato la corsa, ma un bel giorno, vedendo un collega correre mi è scattata la molla: se ci riesce lui ci riesco anch’io. Dopo 300 mt. Avevo Il cuore in gola e mi sono dovuto fermare.  Poco tempo dopo questo collega si toglie tragicamente la vita. Questa cosa mi ha segnato e ho deciso di correre io per lui. Ho allentato l’allenamento con i pesi e aumentato costantemente la distanza percorsa. La sfida ha iniziato a piacermi, obiettivi sempre nuovi e limiti da superare. E così arrivano le prime gare, le maratone e le ultra. I kg persi diventano quasi 20 e questo sport mi piace sempre di più. studio, mi alleno con costanza, mi appassiono e insieme a degli amici fondiamo un gruppo di running su fb: RunningMyCure.  Organizziamo raduni, si corre, ci si sfida divertendosi e si instaurano bei rapporti umani."

E poi sono arrivate la quarantena e le restrizioni... come hai reagito?

"Arriva il famigerato covid-19 e il mondo si ferma, noi runner diveniamo untori, ci troviamo ghettizzati, dobbiamo districarci tra decreti e pregiudizi. Abito in un luogo sito in una vasta zona disabitata. Potrei correre tranquillamente, ma decido di dare il mio contributo, di dare l’esempio.  Decido di sfidare me stesso correndo in uno spazio ristretto di cemento, utilizzando un ovale di 150mt. Un lavoro mentale bello tosto,  ma non mi spaventa. E dunque in circa 40 gg ho percorso circa 540k, migliaia  di giri, correndo 1 ultra 51k, 4 maratone, 4 mezze maratone.  Ho stabilito i miei pb e ho intenzione il 23 maggio di percorrere la mia 100k , visto che il Passatore al quale ero iscritto è stato annullato. Come me altri colleghi admin del gruppo si sono dati a corse indoor pazzesche e tutto questo ha contribuito a mantenere vivo lo spirito del gruppo,  ha motivato chi stava mollando, ha alimentato la passione per questo sport."



Igor, che sensazioni hai provato? Come riesci a gestire la fatica, sia fisica che mentale?

"All'inizio sembra facile ma con il passare dei giri diventa pesantissimo a livello psicologico.  Correre per oltre 4 ore diventa difficile restare concentrati.  Mi aiuto contando i giri, sommando dati del gps, facendo calcoli ma poi, devo per forza entrare in uno stato di trans, isolarmi dal mondo e correre senza pensare più a quanto manca. Devo dire che questa esperienza mi ha fatto crescere tantissimo come forza mentale. Ed è una cosa che sta dandomi parecchi vantaggi  anche fuori dalla corsa."

Cosa rappresentano per te quella medaglia?

 "La medaglia me la sono regalata dopo la mia prima maratona realizzata nella piazzola di cemento. La testa si svuota, i pensieri sono liberi di fluire. Mi sono sempre ispirato ai supereroi ed ai loro valori, al loro senso di giustizia e del dovere, alla loro capacità di non mollare mai".
 
Un consiglio per tutti i runners?

"Il consiglio è quello di avere sempre pensieri positivi, di credere sempre in sé stessi. Perché se non ci credi tu non ci crederà nessuno".





Ed ecco a voi Mimmo, che ha corso ben 3 mezze maratone e due maratone prima indoor e poi sul terrazzo di casa con tempi di tutto rispetto, ed afferma che " non finisce qui".



Ciao Mimmo, parlaci di te.

“Mi chiamo Domenico Vinci Ho 50 anni. Ho iniziato a correre più o meno all'età di 35-36 anni per scherzo solo perché era un fissato della linea All'inizio era praticamente una tartaruga dopo un paio d'anni ho iniziato a fare le prime gare con discreti risultati ma il mio vero Boom l'ho avuto intorno ai 40 anni facendo ottime 10. 36 37 minuti e mezze maratone attorno 1:21 1:22 e anche qualche maratona con discreti risultati dico  discreti perché ho sempre avuto un ginocchio traballante che alle grosse distanze non risponde"

Come hai deciso di affrontare questo periodo molto particolare? Descrivici le tue sensazioni. 

"Dopo questa piccola parafrasi passiamo a questo triste periodo. che ci ha limitati nel correre. i primi giorni di quarantena sono stati terribili in quanto non avendo gli spazi per poter correre stavo andando in momento di sconforto come tanti altri Runner's. per mantenermi in movimento ho iniziato a fare la cyclette è proprio mentre facevo la cyclette ho iniziato a sbirciare un poco nelle applicazioni del Garmin e ho notato una funzione che si chiamava corsa indoor. il primo pensiero è stato quello Vabbè ma questa è una modalità che va solo con il tappeto poi ho detto perché non provare anche a correre e vedere se funziona all'interno di un appartamento. Avvio l'orologio e ho il piacevole riscontro di vedere che questi mi segnava il passo e ho iniziato a fare i miei primi 5 km indoor. I primi giorni le articolazioni erano pieni di dolori girando Tra cucina e salone in una lunghezza lineare di 20 metri. il passo è un passo lento fatto con tanta precauzione per cercare di non infortunarmi per i continui cambi di direzione. Sotto lo sguardo attonito della famiglia ho iniziato a correre tutti i giorni."

Aumentando i km percorsi...prima indoor, e poi sul terrazzino di casa..

"Si, A mano a mano preso confidenza con l'ambiente ho iniziato a provare a fare dei chilometri un poco più svelti. Fino a quando sono riuscito a fare i primi 21 km alternati anche a qualche 10 km un poco più veloce. Vedendo che si poteva correre anche più veloce perché ormai le articolazioni si erano abituate. Ho azzardato la seconda mezza maratona con un riscontro cronometrico buono per la circostanza all'incirca 1:42.

Poi leggendo di vari articoli su persone che avevano fatto la maratona sul terrazzo. Un giorno senza averlo programmato inizia a correre piano piano cercando di invogli armi ad andare avanti. Pensando solo al tempo facendo finta che sia una preparazione per la maratona. E mi sono trovato a chiudere una maratona in 4 ore 17. Sono stato contentissimo. Una mattina la mia signora mi ha detto scusami ma perché non corri fuori al Terrazzino che è più largo. Voi mi direte Appunto perché non l'hai fatto. Semplice. Perché avevo vergogna di farmi vedere correre in circolo dagli inquilini del mio palazzo. però poi preso coraggio ho iniziato a a correre sul terrazzo. le gambe abituate all'interno  dell'appartamento. Andavano una favola nel correre fuori.  Erano molto più sciolte. 

Così ho incominciato azzardare primi 10 km veloci di conseguenza ne è uscita fuori il personal best indoor di 1: 32 sulla mezza. dopo qualche giorno meditando un po' ho detto Ma se riesco a raggiungere queste velocità qui fuori perché non azzardare ora una maratona indoor ad un livello superiore. Così la mattina parto già ad una velocità più spedita ma un po' controllata e chiudo  in3 ore 11. Sono riuscito a chiudere la mia maratona indoor abbattendo anche il mio personale sulla distanza su strada. Non sarà reale Ma sarà sempre una corsa in 30 metri lineari. Non mi sono fermato qui dato che io sono un amante della mezza maratona ho incominciato a fare allenamenti Sulla distanza è proprio in uno di questi allenamenti. Notando che le mie gambe giravano bene mi sono trovato a fare una prestazione che non avrei mai potuto pensare di fare 1:23:35 facendo riscontrare anche un ottimo tempo sui 10 km finali 38:35. Io sono un tipo molto pignolo. Ho misurato il terrazzo e fatto una misurazione a lap che mi ha dato un riscontro vicino la realtà. Voi mi direte Tu sei in casa hai fatto questi tempi quando uscirai per strada cosa farai. Io intanto mi godo il momento."




Che consiglio ti senti di dare agli sportivi che leggeranno questo articolo e che si trovano ad affrontare questo periodo?

" Il consiglio che voglio dare è che tutto è possibile, l'importante è volerlo. I limiti stanno nella nostra testa. Bisogna trovare solo la forza di affrontarli. La corsa è uno stile di vita. Correre é vita  gioia infinita. I love running. I love Runners.”


Ed adesso vi presento Desi, ha iniziato a correre tre anni fa. Ama le lunghe distanze, è un ultratrail. Una tipa tosta che ha fatto della corsa e dello sport una ragione di vita.


Ciao Desy, parlaci un pò di te:

"Ho iniziato a correre 3 anni fa e sono rinata, ho scoperto un lato di me che mi ha permesso di sfogare tutte le energie, anche quelle negative, ed incanalarle in qualcosa di bello, positivo. Ho scoperto cosa significhi abbattere i propri limiti fisici e mentali. Non avrei mai pensato di poter correre in 11m lineari ma del resto, in vita mia non avrei mai pensato di diventare una ultratrail runner, è proprio questo che intendo con abbattere i propri muri. Mi mancano le mie montagne, in questa situazione di quarantena ma la corsa mi ha insegnato ad andare avanti, in qualsiasi condizione, è per questo che nonostante tutto, nonostante anche i giudizi non sempre positivi che ci possano arrivare dall'esterno, consiglio a tutti di fare ciò che ci fa star bene e proteggerlo ad ogni costo, perché nella vita divertirsi è importante e nulla ha più valore nostro benessere psicofisico"

Come stai affrontando questo periodo?

"Penso che questo periodo di reclusione forzata mi abbia aiutato a riflettere molto su questa passione e sulle mie corse, consolidando ciò che già sapevo, cioè che questo è uno sport democratico: ti restituisce esattamente ciò che dai. Non mi pesa allenarmi in quei pochi metri, a livello mentale forse sono avvantaggiata perché quando corro la mia fantasia vola e mi aiuta a non pensare alla fatica. Sul piano fisico, avendo sempre allenato con esercizi completamentari alla corsa i vari gruppi muscolari, non sto soffrendo particolarmente correndo in uno spazio ristretto su cemento. Ho scelto di concentrarmi sulle lunghe distanze soprattutto in un momento difficile come questo perché so che sono quelle che mi stimolano sempre di più mentalmente, è come se arrivassi ad un certo punto dell'allenamento ad avere fame di km, è una sensazione che ogni ultramaratoneta di sicuro avrà provato nella propria vita". 

Hai corso 55 km in otto ore in un garage. Un'impresa eccezionale! Cosa rappresenta per te la foto e quel pettorale?

" Si,  ho corso per otto ore consecutive, per beneficienza. La mia società ha organizzato un evento a staffetta per la Croce Rossa. L'ho fatta da mezzanotte alle otto di mattina il giorno di pasquetta. Questa foto ed il pettorale sono il ricordo di tutto questo."

Come ti sei motivata per gestire tutto questo tempo di corsa in uno spazio cosi ristretto?

" Mi sono motivata proprio perché era una gara e c'era lo stimolo adrenalinico di portarla a termine. E' stato emozionante perché il pettorale mi ha ricordato cosa significa partecipare ad una competizione, cosa che ad oggi, nel nuovo mondo in cui viviamo, non sappiamo quando sarà nuovamente possibile fare".


Un consiglio per tutti gli sportivi che leggeranno??

"Un consiglio che mi sento di dare a tutti gli sportivi è questo: seguite l'istinto e non fatevi mai condizionare dagli altri, nella peggiore delle ipotesi, il fallimento vi darà spunto per fare meglio la volta successiva".


Grandi ragazzi!!! La vostra vitalità, la vostra forza ed il vostro sorriso sono una grande fonte di ispirazione e coraggio per affrontare con una marcia in più questo periodo cosi unico! Perché nelle difficoltà della vita è sempre nascosta l'opportunità: per crescere, per reinventarsi, per andare avanti a testa alta, verso il sole! Go ahead!! 

Alla prossima!

Irongabry

Sport & business mental coach. 


< Impariamo a gestire lo stress!! Gestione del tempo durante la quarantena: un'opportunità irripetibile. >
di IronGabry
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