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il sovrallenamento

sport, corsa, benessere

il sovrallenamento

08 giugno 2017


Brutta cosa il sovrallenamento. proprio brutta.Sperimentato personalmente nel 2014 dopo aver gareggiato in un anno per 10 mezze maratone e 15 gare di provinciale senza che i miei muscoli fossero pronti. Più tutti gli allenamenti di corsa, di bici e nuoto....un massacro, che all'inizio non ho ben compreso, complice l'entusiasmo e le endorfine, ma che dopo un paio di mesi di allenamenti condotti cosi, mi ha presentato il conto: OVERTRAINING. Una condizione terribile, in cui non riuscivo ad allenarmi: gambe perennemente dolenti e stanche, entusiasmo ai minimi storici, raffreddore che passava e tornava, ritenzione idrica. Dopo appena tre km di corsa blanda ero costretta a fermarmi in preda allo sconforto più totale. Cosa caspita mi stava succedendo?Accertamenti vari, hanno permesso di individuare il problema: la causa della mia condizione di malessere era stata determinata dal troppo allenamento! il 2014 è l'anno in cui ho cominciato a gareggiare agonisticamente...ero giovane ed inesperta. Il sovrallenamento è una sindrome, un insieme di sintomi che si manifestano nel momento in cui esageriamo con l'allenamento. Il nome stesso lo dice. Andare oltre i limiti durante gli allenamenti serve per crescere, ma ci vuole anche il giusto recupero e riposo. Concetto che a molti fa storcere il naso. Anche a me....prima. Carichi di lavoro elevati devono sempre essere accompagnati dal recupero, attivo o passivo che sia, ma pur sempre recupero. Se non sei pronto..non puoi cimentarti con 2 mezze maratone a distanza di 15 gg. Lascia fare all'allenamento ed al recupero, nel tempo ci riuscirai...il sovrallenamento non va confuso con il semplice affaticamento muscolare. Per quest'ultimo bastano pochi giorni e si recupera, mentre il sovrallenamento è una condizione che persiste per almeno due settimane senza segnali di ripresa.Abbinando la giusta alimentazione e con i giusti tempi di recupero, ho pian piano ripreso ad allenarmi. Ora per fortuna è un lontano ricordo, nel 2016 ho corso la mia prima maratona a new York ed altri progetti sono in cantiere, ma il recupero per me è fondamentale. E proprio durante il recupero che ciò che si è fatto durante l'allenamento si consolida, le fibre muscolari danneggiate si riparano ed adeguano al nuovo sforzo. Il sonno è fondamentale: sarebbe bene riposare non meno di otto ore a notte.Quando possibile.Il riposo è amico dell'allenamento!Irongabry

Oggi corro qui: LAMPEDUSA.

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Oggi corro qui: LAMPEDUSA.

06 giugno 2017


Qualche giorno di relax ci voleva proprio.Viaggiare è una delle mie più grandi passioni. Ogni viaggio mi arricchisce, mi permette di aprire la mente e gli occhi, superando i pregiudizi e le chiusure mentali, mantenendo viva la curiosità ed il senso della scoperta, attraverso scambi con altre culture, tradizioni, modi di vivere. Dico sempre, meglio un bel viaggio di una borsa firmata. Noi siamo le nostre esperienze, i nostri ricordi, non i beni che possediamo. Quelli servono, ma non ci plasmano. I viaggi si.Da brava sportiva, neanche durante queste trasferte rinuncio alla corsa. D'altro canto, correre è uno sport semplice, bastano un buon paio di scarpe da running, una maglietta ed un pantaloncino... direi che nel bagaglio a mano lo spazio si trova.Così, questo weekend ho corso a LAMPEDUSA: isola situata nell'estremo sud italiano ( è più vicina all'Africa che all'Italia) quest'isoletta mi ha incantata per la sua semplicità e bellezza incontaminata. a parte il piccolo centro abitato infatti, il resto dell'isola che si estende per circa 20 km quadrati è fatto di ampi spazi disabitati ed incontaminati, caratterizzati da macchia mediterranea e totale assenza di alberi. Correndo ho avuto modo di visitare praticamente tutta l'isola!Procendendo verso ovest, lungo la strada asfaltata che parte dal centro abitato per circa 8km in direzione capo Ponente, ho corso in uno scenario praticamente desertico. Mi sono sentita veramente libera, i pensieri si sono magicamente dissolti alla vista di quella natura così incontaminata. Il percorso è prevalentemente su strada, con possibilità di sterrato lungo i vari sentieri che conducono alle varie cale fra cui Cala Pulcino ( con un sentiero visibile e ben tracciato di circa 1600m che si conclude sul mare) e soprattutto all'isola dei Conigli, dove la sosta ed il bagno rigenerante è d'obbligo ( acque azzurrissime e trasparenti). Il percorso si conclude, dopo un breve tratto di sterrato, a Capo Ponente, dove è possibile ammirare tramonti mozzafiato.Procedendo verso est, percorrendo la strada asfaltata poco fuori il centro abitato ( e con qualche albero in più) si arriva a capo Grecale, con traguardo al Faro di Lampedusa e paesaggio a picco sul mare. C'è poi la strada preferita da molti runners, che è quella che corre parallelamente alla pista dell'aeroporto e che conduce alla stupenda cala Francese con le sue spiagge bianche e acqua trasparente. Il percorso è su strada asfaltata con pendenze e falsi piani. Si conclude ancora una volta a picco sul mare, dopo aver percorso un breve tratto di sterrato in mezzo alla macchia mediterranea.La particolarità di quest'ultimo percorso è che spesso si assiste in diretta ed a distanza ravvicinata al decollo ed atterraggio degli aerei...una figata pazzesca!Porterò il ricordo di questa isola, della semplicità e cordialità dei suoi abitanti nel mio cuore per sempre.Oggi ho corso qui. Domani? Chissà.Irongabry.

l'uso del cardiofrequenzimetro.

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l'uso del cardiofrequenzimetro.

24 maggio 2017


Eh si, il cardiofrequenzimetro. Lo strumento indispensabile per ogni runner.Una volta utilizzato, non potrai più farne a meno. Ogni passo ogni km è perfettamente valutato in termini di frequenza cardiaca, oscillazione verticale, tempo al suolo, velocità, distanza percorsa, mappa, contapassi, rilevatore del sonno. Un vero e proprio computer gps da polso che permette di organizzare l'allenamento e le gare nei minimi dettagli. Manca solo che facciano il caffè.Ci sono i cardiofrequenzimetri specifici per il running, quelli per il nuoto, la bici...insomma per tutti i gusti, tutte le tasche e tutti gli sport.Essendo una sportiva su più fronti, ho personalmente optato per un bel multisport ( un bell'acquisto, ponderato per il prezzo ma soddisfacente) che mi permette di avere metriche di praticamente qualsiasi sport voglia praticare, dalla corsa al nuoto alla scalata alla boxe...perfino al golf...se volessi. L'importante è ricordarsi di arrestare il cardio al traguardo o immediatamente alla fine dell'allenamento😄Il rilevatore di battiti cardiaci non è inserito nell'orologio. Preferisco la fascia cardio, super organizzata anche lei visto che mi fornisce anche parametri sulla modalità di corsa Vo2max, soglia del lattato, test da stress, ma pur sempre esterna all'orologio. Ritengo sia più attendibile e precisa. Ma perche è così importante tenere sotto controllo la frequenza cardiaca?Il cuore è il nostro motore: una persona non sportiva avrà pulsazioni a riposo tra i 60-80 battiti al minuto. Questo parametro è diverso per uno sportivo, le cui pulsazioni negli atleti di un certo livello potrebbero arrivare anche sotto i 40 ( ad esempio il grande Coppi). Personalmente mi ritrovo con 47 pulsazioni al riposo. Direi che va bene. Questo succede perché un cuore allenato ha una maggiore efficienza contrattile e permette al sistema cardiovascolare di fornire prestazioni migliori durante l'attività fisica. un vero e proprio rimodernamento del cuore a vantaggio della prestazione sportiva. Conoscere i propri parametri cardiaci a riposo e sotto sforzo permetterà di gestire meglio allenamenti e gare, fermo restando che la frequenza cardiaca viene influenzata da diversi fattori fra cui un ruolo principale riveste lo stress. Quindi se durante un allenamento rileviamo parametri cardiaci elevati per un tipo di allenamento che siamo soliti fare ad una certa velocità con determinata frequenza cardiaca, forse è il caso di modificare l'allenamento per quella giornata...Ci sono poi le varie zone di frequenza da considerare, ad ognuna delle quali corrisponderà uno specifico lavoro ( aerobico, anaerobico, lipidico) e specifici allenamenti ( lento, progressivo, medio, corto veloce, ripetute). Il cardiofrequenzimentro è utile?Assolutamente si, tanto al principiante che voglia conoscere il proprio corpo quanto al professionista che voglia spingersi sempre oltre.IronGabry

Essere resilienti: impariamo dagli sportivi!

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Essere resilienti: impariamo dagli sportivi!

22 maggio 2017


La resilienza è la capacità di adattarsi al cambiamento, resistere allo stress, di superare gli ostacoli e rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi. Il termine "resilienza" ha la sua origine in ambito prettamente tecnico, nel settore della metallurgia, e consiste nella capacità di un metallo di resistere alle forze che gli vengono applicate.In ambito personale, essere resilienti vuol dire andare avanti malgrado le difficoltà e le situazioni negative che possono presentarsi nella nostra quotidianità, con la convinzione che siano solo delle situazioni di passaggio, delle nuvolette passeggere che presto si dissolveranno.In questo, lo sport insegna molto: uno sportivo non si da mai per vinto di fronte alle difficoltà del momento, siano esse una salita impegnativa, la sensazione di stanchezza che avanza, condizioni meteo avverse, dolori muscolari, una sconfitta. In tutto questo, la maratona può ben definirsi come la metafora della vita: in quei 42195m trovi di tutto, emozioni diverse che si susseguono, stanchezza che sopraggiunge, dolori muscolari, duemila pensieri.. e tu sei lì e vai avanti per conseguire il tuo obiettivo,il tuo traguardo, nonostante tutto. La resilienza è, pertanto, una qualità fondamentale per il raggiungimento dei propri traguardi, tanto nello sport quanto nella vita di tutti i giorni. Essere resilienti significa mantenere fiducia ed ottimismo, affrontando in modo positivo difficolta ed ostacoli per perseguire i propri obiettivi, avere capacità di autoripararsi dopo un danno, guardando alla realtà in modo diverso e trovando vie d'uscita anche dove sembra non ve ne siano.La pratica sportiva insegna e potenzia la resilienza: fortemente motivato, il resiliente interpreta i vari cambiamenti come sfide ed opportunità piuttosto che come minaccia, combattendo e rialzandosi più forte di prima.Fondamentale per essere resilienti è coltivare la propria autostima: il resiliente conosce bene i propri valori ed i propri limiti, ha piena consapevolezza delle proprie capacità ( pensate ad uno sportivo durante una competizione che sa benissimo fino a dove può spingersi grazie alla perfetta conoscenza delle proprie abilità e segnali del corpo). Il resiliente non perde tempo a criticare o giudicare gli altri, perché sa benissimo che ognuno di noi è un unicum. Non prova invidia per gli altri, concentrandosi piuttosto sul proprio miglioramento, sia fisico che mentale. Di fronte ad un inevitabile cambiamento, il resiliente sa come ricominciare da capo.Andrà meglio la prossima volta.Nello sport, come nella vita: " più dura è la lotta, più grande è il trionfo".Irongabry 

Correre in salita: serve serve...eccome se serve!

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Correre in salita: serve serve...eccome se serve!

19 maggio 2017


Oh le gioie ed i dolori ( soprattutto) della corsa in salita! In realtà...è un mezzo di allenamento che prediligo nella preparazione delle gare, soprattutto di resistenza. Ultimamente quindi, mi sto concentrando su questa tipologia di allenamento, che spesso combino con il lungo domenicale ( viene fuori un bell'allenamento tosto), anche in vista dei futuri impegni di corsa fra maratone e gare di resistenza in montagna. Le sensazioni sono buone, nel post allenamento dolori muscolari e gambe che sembrano dei macigni, ma via via che recupero, sento una potenza maggiore che mi consente di spingere di più anche in pianura.. Qualche giorno di recupero ci vuole. E poi...volete mettere i panorami mozzafiato e l'aria pura che si respira. Tutta un'altra storia.Così, da tre domeniche a questa parte, mi sto allenando soprattutto con lunghi e lunghissimi sulle montagne cercando di raggiungere anche buon quote.  Archiviata la stupenda Scalata di Ndinnammare, il prossimo obiettivo è la super maratona dell'Etna del 10.06,2017. Un percorso incredibile di 43 km e oltre  che parte dal livello del mare ( quota zero) per arrivare quasi fin su la sommità dell'Etna ( quota tremila). Inutile dire che sarà solo ed esclusivamente salita salita salita.... se volete dare un'occhiata http://www.verticaletna.itNon vedo l'ora. Sarà una bella sfida! Vi racconterò la mia esperienza. Quando si decide di affrontare un allenamento o una gara di questo tipo, il consiglio principale è quello di dosare BENE le energie: lo sforzo deve essere ben distribuito, evitando quindi le partenze a razzo, in quanto la fatica si farebbe sentire immediatamente, facendoci desistere poco dopo. Correre in salita, infatti, è più complicato: bisogna sollevare il corpo ed allo stesso tempo spingerlo in avanti. L'impegno richiesto ai nostri muscoli è quindi decisamente maggiore rispetto ad una corsa in pianura, con la conseguenza che il dispendio energetico sarà indubbiamente notevole. Dobbiamo dosare le forse sin da subito!Anche la postura sarà modificata rispetto a quella assunta durante la corsa in piano: busto maggiormente inclinato in avanti, braccia che daranno molta più spinta, corsa prevalentemente di avampiede con passo accorciato e frequenza maggiore.Correre in salita permette un incremento della forza, e con il tempo, ci consente di ottenere progressi e risultati difficilmente conseguibili correndo solo ed esclusivamente in pianura.I dolori post allenamento non mancheranno, a causa di un differente modo di lavorare delle fasce muscolari. Ma come si dice, no pain no gain, è una volta passati i dolori, sarà tutta discesa. " le salite hanno strade strette e conducono lá dove la vita è beata è un po' incredula" ( G.F.)Irongabry

E tu, dove corri?

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E tu, dove corri?

17 maggio 2017


Beh...si può correre praticamente ovunque.In genere, dove puoi camminare, puoi anche correre: è una questione di spirito di adattamento. Non farti inutili pensieri, lascia perdere i condizionamenti: un bel prato, una strada asfaltata, un percorso sterrato, una pista di atletica, i marciapiedi della tua città...qualsiasi posto va bene. Volendo, anche un tapis roulant.Naturalmente, ogni tipo di terreno scelto per praticare la corsa o la camminata, presenterà caratteristiche tecniche ben precise a livello di impatto, sollecitazione delle articolazioni, risposta dinamica del gesto atletico. Sono tutte variabili da considerare e valutare per poter ottimizzare l'allenamento senza incorrere in dolorini vari o peggio ancora, in infortuni veri e propri.Soprattutto se hai iniziato da poco a dedicarti alla corsa, che nel tempo se sarai costante ti darà tante soddisfazioni, il consiglio che ti do è di iniziare a correre su terreni morbidi, come ad esempio un bel prato. In questo modo, le tue articolazioni ed i tuoi muscoli saranno sollecitati dolcemente e potrai abituarti al gesto atletico senza troppo stress, in modo graduale ed efficace. I dolorini non mancheranno, ma saranno dolori " produttivi" di adattamento.Lo stesso non può dirsi per quanto riguarda la corsa sulla spiaggia. In questo caso, il terreno si presenta troppo variabile e sconnesso,il piede non appoggia mai nel modo giusto,l'effetto è eccessivamente ammortizzante e non va bene. Se sei alle prime armi, rischi di farti male. Se l'idea di correre sulla spiaggia è fra i tuoi sogni, lascia passare qualche mese di allenamento, in maniera tale da far acquisire ai tuoi muscoli e tendini un altro certa "robustezza", preferendo sempre la battigia che offra un terreno più compatto.Vuoi correre in pista? Buona idea. Fai tuttavia attenzione a non eccedere con i km percorsi. La pista di atletica è sicuramente uno scenario molto stimolante in cui correre, però è adatta ad allenamenti per lo più tecnici. Non è adatta per macinare km su km essendo comunque molto elastica che sollecita notevolmente tendini ed articolazioni. Organizza in pista degli allenamenti non eccessivamente lunghi o magari più specifici ( ne parleremo).Sicuramente, la maggior parte delle persone che pratica la corsa si allena nelle strade del proprio centro abitato. Scenari quotidiani fatti di dettagli mai visti prima, di incontri, di scenari mozzafiato. Le case, gli alberi, anche un'insegna potrà diventare un punto di riferimento per il chilometraggio ed osare sempre di più. Un consiglio: quando corri in strada, mantieni alto il tuo livello di attenzione!!Evita strade troppo trafficate o troppo isolate e corri sul lato sinistro della strada in base al tuo senso di marcia per vedere eventuali macchine che vengono dal senso opposto ed evitarle.Correre sul cemento? Decisamente no. Troppo traumatico. Tanti danni e nessun beneficio. Non correte affatto se dovete correre sul cemento, fate altro.Infine, consiglio di evitare in genere terreni sconnessi, pietraie, fango o fondi ghiacciati. Sono da capire, da interpretare e nel frattempo rischiamo di farci male. E noi dobbiamo volerci bene!E tu? Dove corri?Irongabry 

11esima edizione della Scalata Ndinnammare: un viaggio in salita lungo 19,5km

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11esima edizione della Scalata Ndinnammare: un viaggio in salita lungo 19,5km

15 maggio 2017


Giorno 14 maggio si è svolta la 11esima edizione della Scalata Ndinnammare Trofeo Sportado Memorial Michele Scarantino con pendenza media del 6% max del 21% organizzata dalla Podistica Messina. Bella gente e tanto divertimento, con ritrovo e partenza dalla pista di atletica ex GIL  campo di Santamaria di Messina ed arrivo al Santuario di Ndinnammare a 1100m.di altitudine. Un percorso in salita su strada asfaltata fra la vegetazione montana, ombra ed aria pura lungo 19,5km.La giornata si è rivelata buona dal punto di vista meteorologico: le aspettative erano di una giornata con forte scirocco, quindi tanto umidita e nebbia. Invece...un bel sole ha fatto capolino, con cielo terso ed aria pura. Meglio così. Non fa particolarmente caldo.Partenza alle ore 9 puntuale. Inizia la mia gara.I primi km vanno via tranquilli, anche se la salita inizia fin da subito. Le gambe sono ancora fresche, ma bisogna andarci cauti, dosare bene le forze e preservarle per quando le salite ora gestibili diverranno dei veri e propri muri.Questa scalata mi piace molto, aspettavo questo evento con trepidazione! È un buon test, in vista degli impegni futuri.Man mano che inizia la salita, mi giro intorno con lo sguardo, anche per cercare di gestire la mente ed osservo il paesaggio: piano piano le case lasciano il posto alla vegetazione, agli arbusti, ad un panorama via via meno cittadino e sempre più montano. Gli alberi con la loro ombra danno ristoro, ed un leggero venticello di maestrale accarezza ogni tanto il mio volto quasi a volermi dare conforto. E passano così i primi dieci km: le pendenze sono gestibili dosando bene le energie ed il fiato,  qualche strappo in salita più pesante, ma anche tratti in falso piano dove è possibile rifiatare e recuperare. Il vantaggio è la gradevolezza del percorso ed il fatto che grand parte del tracciato, eccezione fatta per i primi 4 km circa, è all'ombra degli alberi.Passato "Don Minicu" ( i cui panini resteranno nella storia) ha inizio il tratto più duro. A circa 8 km dal traguardo, infatti, lo scenario cambia e le salite diventano dei veri e propri muri con massimi del 21%.Caspita! Le gambe ed i muscoli mi bruciano parecchio, malgrado i numerosi allenamenti in salita di questi mesi. Corro con lo sguardo rivolto verso il basso cercando di non farmi condizionare mentalmente dalla vista della salita così ripida e vado avanti.Un po' tutti in questo tratto alterniamo cammino a corsa. Una bella sfida, per il corpo e per la mente! Forse non ho ancora smaltito bene i 27km di salita corsi la settimana scorsa. Do un'occhiata al cardiofrequenzimentro: le pulsazioni sono ok, vado avanti, la fatica non esiste mi ripeto."Mi sono allenata bene in questi mesi" mi incoraggio. Mi guardo intorno, cercando di distrarmi dalla fatica lasciandomi coccolare dalla natura che mi circonda con la consapevolezza che il traguardo è lì a portata di mano. Mancano poco meno di 3km. Stringo i denti e vado avanti. Trovo la forza, la fatica scompare. Un breve tratto di falso piano mi permette di rifiatare. Mancano solo 1500m.E finalmente:  Ecco il traguardo!N.b. Gli ultimi trenta metri sono in discesa, che dopo 19,5 km di salita spaccano letteralmente le gambe.2ore e 17 minuti. Migliorato il record dell'anno precedente di cinque minuti. Sono soddisfatta. Poteva andare meglio, lo so, vedremo l'anno prossimo.Il panorama che si vede dal Santuario è a dir poco spettacolare: lo stretto di Messina da un lato e le isole Eolie dall'altro. Pazzesco! Adesso mi aspetta un degno ristoro.  Tutto sommato, le gambe stanno bene, l'allenamento ha dato i suoi frutti." lo stadio è per gli spettatori. Noi runners abbiamo la natura, ed è molto meglio" J. Vaaitanen.Irongabry 

L’alibi (im)perfetto

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L’alibi (im)perfetto

01 febbraio 2017


Quotidianamente mi imbatto in conversazioni con persone che apprezzano la corsa, vorrebbero anche provarci, però….c’è sempre un però!Eh si, ricordate quel famoso detto ” FRA IL DIRE ED IL FARE C’È’ DI MEZZO IL MARE”?Ecco.La scusa più gettonata per non iniziare a correre è sicuramente la questione del tempo da dedicare alla corsa: in un mio precedente articolo al quale ti rimando, ho affrontato abbondamentemente l’argomento. Qui, voglio solo ricordarti che alla fine ognuno di noi ha a disposizione lo stesso numero di ore che sono state concesse a grandi personaggi come Einstein, Michelangelo… e sappiamo bene cosa hanno realizzato.E poi dai, la corsa ti potrà impegnare, giusto così per iniziare, dai 30 min ai 60 min due o tre volte a settimana. Fattibile….Quindi, sfatiamo questo alibi che non si trovi il tempo per correre: se vuoi puoi organizzarti, hai 24 ore al giorno a disposizione! NO EXCUSE! Magari potresti guadagnare del tempo da dedicare alla corsa prendendo la sana abitudine di alzarti presto al mattino….invece di oziare nel letto. D’altro canto, la corsa al mattino presto ha i suoi vantaggi: seppur non sarai sicuramente al top della forma, per via dei muscoli ancora addormentati dal riposo notturno, vuoi mettere la pace e la tranquillità che avrai e l’aria pura che respirerai? In più, veder l’alba é uno spettacolo unico che rigenera i sensi e ti prepara ad affrontare la giornata con nuova vitalità.Altra scusa nella top list delle scuse per non correr é il fattore meteorologico. “Fa troppo caldo” oppure ” fa troppo freddo” per correre, ” oggi volevo correre un pò ma ha iniziato a piovigginare”, ”  no no non corro é nuvoloso” e bla bla bla… ALLORA: posto che correre sotto la pioggia è ( per esperienza personale) una sensazione unica e liberatoria, se non esiste la condizione perfetta per correre, la si crea! Perciò,  non crearti troppi troppi mentali inutili, indossa le scarpe da corsa ed esci. Sole, vento, pioggia, caldo, freddo, neve sono delle variabili delle quali non deve fregarti proprio nulla!Altra scusa è quella del ” VORREI PROVARE A CORRERE, MA MI VERGOGNO DI FARMI VEDERE CHISSÀ COSA PENSERÀ LA GENTE”. Ma esattamente, cosa dovrebbe pensare “la gente”? E anche se fosse, è un problema loro non tuo. Ma poi “la gente” chi? “La gente” che non corre e non sa cosa si perde. Lascia stare, non ci pensare, vai a correre avrai solo da guadagnarci in benessere. Magari per qualcuno sarai un buon esempio. Chissà. La corsa è una cosa seria. È la miglior medicina.Solo tu, il tuo corpo e la tua mente. Irongabry

YOU CAN DO IT!

sport, corsa, benessere

YOU CAN DO IT!

30 gennaio 2017


Lo sport fa bene. Questo è un dato di fatto. Lo predico da sempre, lo pratico da sempre. Mi da gioia e tante soddisfazioni. Anche dopo una dura giornata di lavoro, cerco sempre di dedicare del tempo alla pratica della corsa ( il mio amore, ma anche nuoto e bici) per ritrovare nuove energie e scaricare lo stress quotidiano.Mi godo il panorama, il profumo del mare, il sole sulla pelle. Il miglior antidepressivo direi!! Una piacevole carica di endorfine che, se non risolverá magicamente le sfide quotidiane, quanto meno ci aiuterá ad affrontarle meglio ed a vincerle!Quante volte correre ( o camminare) a settimana?Diciamo che, se finalmente ti sei convinto che è meglio alzarsi dal divano e riprendere in mano il tuo stile di vita e migliorare il tuo benessere psicofisico, é sufficiente camminare ( o corricchiare, dipende dal tuo grado di allenamento) anche solo per 30 minuti al giorno, giusto per iniziare. L’ideale sarebbe farlo tutti i giorni ed in effetti, se ben ci pensi, non è così difficile da realizzare: usa le scale invece dell’ascensore, parcheggia la macchina più distante del solito dal luogo in cui dovrai andare, cammina piuttosto che prendere i mezzi di trasporto. Ti assicuro che, sebbene all’inizio potrebbe apparirti un’attivitá stancante, difficile o addirittura una perdita di tempo, piano piano imparerai ad apprezzare il fascino di una bella camminata, che ti permetterà di esplorare luoghi quotidiani in un’ottica nuova, con la scoperta di dettagli ai quali mai avresti pensato di fare caso. Con il passare dei giorni, potresti anche osare di più: aumenta gradualmente il tempo e la distanza percorsa, goditi le piacevoli sensazioni, respira, sorridi. Ogni progresso sarà un nuovo traguardo raggiunto! E ti sentirai una persona nuova, con tanta gioia di vivere! Se camminare quotidianamente non è nei tuoi progetti, potresti provare a farlo per due o tre volte a settimana, senza stress ma con costanza. La sensazione di benessere che proverai sarà tale che man mano non riuscirai più a farne a meno, e ti verrà naturale aumentare le uscite di cammino. Magari fatti accompagnare da qualcuno, almeno all’inizio. Troverai la motivazione o sará lei a trovare te! Sei pronto? Andiamo!Stay tuned!Irongabry

Alzati e cammina!

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Alzati e cammina!

29 gennaio 2017


Beh…il titolo rende l’idea.Il problema è che l’odierna societá spesso e volentieri ci impone di trascorrere tante ore seduti dietro una scrivania.. a questo si aggiunge il fatto che appena tornati a casa dopo una dura giornata di lavoro, non riusciamo a resistere al fascino del DIVANO: no no no, così non va!ALZATI E CAMMINA!Schiodati dal letto o dalla scrivania, c’è un mondo fuori che ti aspetta!!Il tempo per andare a correre si trova. Quante persone incontro che mi dicono: “a tu corri beata te che hai tempo”. Ecco, questa è una frase che non sopporto: “non ho tempo per…”. Che sia corsa o altro, il dire “non ho tempo per…” è quanto di più demotivante possa esistere. Dunque, facciamo due conti: un giorno dura 24 ore. Di queste 24 ore, circa otto le impieghiamo dormendo ( o così dovrebbe essere). Ne restano 16. In queste 16 ore, la corsa nello specifico puo impegnare dai 30 ai 60 minuti( o anche più dipende il tuo livello) per tre, quattro volte a settimana. Ma anche due tutto sommato se non hai pretese competitive, giusto per iniziare a fare qualcosa e volerti bene. E non si trova il tempo? La mia esperienza personale, per il tipo di lavoro che faccio, mi porta veramente ad impiegare gran parte delle mie 16 ore di cui parlavamo prima dividendomi fra lavoro ( che assorbe gran parte della giornata) famiglia e sport. Anche alla sera tardi trovo sempre un’oretta per allenarmi, magari avendo già preparato la cena o accontentandosi al rientro di quello che passa il convento. Non è facile, ma se una cosa si ama, come io amo lo sport, il tempo si trova. Sempre. Anche con il temporale. Fuori a correre! Ed è così anche nella vita. Trovate il tempo per fare le cose che vi piacciono. Impiegate quelle famose 16 ore ( orientative) per lavorare, sbrigare le faccende di casa, accudire figli, amare il proprio partner, fare sport, coltivare un hobby. Il tempo non torna indietro. La verità? Ne perdiamo tanto di tempo, ed inutilmente. E andiamo in tilt!. Relax, respira, organizza la giornata!! Il quotidiano non è tutto rose e fiori, gli imprevisti non mancano, ma per quel poco che ci è concesso, vogliamoci bene!Gabri F. 

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